La batosta contro il Portogallo ha naturalmente sorpreso tutti: in particolare giornalisti e i tifosi, che si auguravano un ben altro finale di Mondiale. E nei giorni scorsi abbiamo raccolto le loro impressioni, alcune sono state particolarmente severe, come quella di Omar Gargantini, inviato RSI, che non le ha certo mandate a dire: “Tracollo totale – afferma – e non solo tattico; un tracollo che nasce da lontano, con l’azzardo di non portare due terzini, anche se Mbabu e Lotomba sono scarsi. Tracollo anche mentale con la squadra e i suoi leader balcanici completamente svuotati. Hanno dato tutti contro la Serbia, perchè battere la Serbia è come vincere il Mondiale. Tutti colpevoli, insomma, compresa l'ASF che a quattro anni di distanza non ha saputo prevenire problemi gia affrontati”.
Il popolare radiocronista si riferisce ai fatti avvenuti ai Mondiali di Russia del 2018 (vedi gesto dell’aquila). Un tema, questo, che tocca anche il tecnico del settore giovanile del HC Lugano Christian Stucki, da sempre tifoso della Nazionale. “Non sono un grande esperto di cose calcistiche ma posso dire che la rabbia agonistica vista contro la Serbia, non l’ho percepita contro i portoghesi. Peccato”. Sulla stessa linea anche Sauro Rebattoni, studente nonché collaboratore del 'Mattino' e autore di Bedulandia: “Una squadra di mollaccioni, quella rossocrociata. I giocatori non hanno mai vinto un tackle o un duello. Xhaka poi è stato irritante: se avesse messo la stessa grinta presentata contro i serbi, beh, allora qualcosa sarebbe cambiato. Sono deluso: non getterei troppo la croce addosso a Yakin. In campo ci sono andati i giocatori. Il modulo? Chiacchiere e distintivo...”.
Fabrizio Cieslakiewicz, presidente della direzione di BancaStato, dice “che si è persa un’occasione. E sono pure sorpreso della mancanza di grinta e voglia di vincere della squadra. Non credo che il solo cambio di modulo possa incidere così negativamente su una partita. Forse abbiamo sopravvalutato la squadra, forse dovremmo accontentarci di essere fra le migliori 16. Ci vuole un bagno di umiltà”.
Fra i tanti tifosi arrabbiati e delusi ci sono anche i politici. Prendiamo ad esempio Fabio Schnellmann, che è pure presidente di Ticinocycling. “Inaccettabile e inaspettato. Sbagliato completamente l’approccio alla partita. Spesso però si impara di più da sconfitte come queste che dalle vittorie”. Mah. E che ne pensa,
da par suo, Andrea Sanvido, consigliere comunale leghista di Lugano? “Sono certamente deluso per la partita persa così male contro i lusitani. Ma nel complesso non dobbiamo lamentarci: il nostro non è stato un Mondiale da buttare. Ora però si giri pagina, inserendo magari qualche giovane”.
Di tutt’altro avviso Carlo Scolozzi, giornalista dalla penna sferzante: “Appena si alza l’asticella, i rossocrociati si defilano. La Svizzera ormai è una squadra da gironi. Che tutti se ne facciano una ragione”.
MDD