Sport, 06 dicembre 2022

“La Svizzera può battere chiunque”

Ma "occhio al Fenomeno", per Régis Rothenbühler

LUGANO - L’ex difensore della Nazionale rossocrociata e del Lugano Régis Rothenbühler è sicuro: a questa Svizzera nulla è precluso. Dopo la spettacolare (ancorché disordinata) prestazione contro i serbi, la squadra di Murat Yakin può giocarsela contro chiunque. A partire dal Portogallo, prossimo avversario nell’ottavo di finale in programma stasera (inizio alle ore 20). Ma prima di parlare dei lusitani, facciamo un passo indietro, alla sfida trionfale contro la Serbia. 


Era la partita che si aspettava?
Francamente no. Per una sfida così importante, che doveva decidere il passaggio di turno, mi sarei atteso maggior rigore difesivo e cioé meno errori, sia su un fronte che sull’ altro. Non riesco ancora a spiegarmi perché queste due squadre ne abbiamo commessi così tanti. Per il pubblico, una manna dal cielo; per gli allenatori o per coloro che seguono il calcio cio in modo più razionale, non sono mancate le perplessità. 


Errori o meno, alla fine che conta è il risultato risultato.
Certamente, ci mancherebbe. E la Svizzera ha meritato di andare avanti. Contro una Serbia molto forte a livello individuale, abbiamo dimostrato una volta di più di avere il giusto spirito di squadra. Non è mancata insomma la voglia di fare risultato ma anche di giocare. Aggiungo poi che la Svizzera é stata bravissima a gestire i momenti difficili, in particolare quando è andata sotto di un gol… 



Shaqiri bravissimo, Rodriguez ritrovato.
A Xherdan bastano pochi palloni per fare la differenza. Se avete visto nei primi venti minuti di gara si è completamente estraniato dal gioco. Poi ha colpito inesorabilmente. Nei nostri gol difensore ripreso alla imprescindibili. Schär, titolari dell’ultima ora, hanno risposto presente. E non scorderei nemmeno Zakaria: quando è entrato è stato preziosissimo. E che dire di Vargas: quel colpo di genio in occasione del 3-2 è da cineteca. L’ avvesse fatto Neymar sarebbe stato celebrato e osannato dai mass media. Per me resta comunque il più bel gesto dei Mondiali. Almeno sino a oggi. 


Bene anche Xhaka, anche se il gesto alla panchina serba poteva evitarselo. 
Credo che questi casi siano delicati e difficili da commentare. Noi non sappiamo cosa c’è dentro la testa di ogni singolo. Granit vive male le sfide contro la Serbia e le sue reazioni sono dettate da sentimenti di rabbia nei confronti della nazione che ha procurato male alla sua gente. E poi è stato provocato dalla panchina avversaria. Eviterei di fargli un processo e spero che la FIFA non decida di punirlo. 


E veniamo al Portogallo di Cristiano Ronaldo, nostro prossimo avversario. 
Sarà un partita durissima che, secondo la mia opinione, andrà giocata in maniera più accorta rispetto a quella vinta contro i serbi. Dovremo evitare gli errori individuali e coprire meglio gli spazi. Se giochiamo accorti, abbiamo chances di vincere. Altrimenti corriamo il rischio di farci sorprendere. E questa volta non avremo di fronte una difesa debole come quella balcanica.


Cosa teme del Portogallo?
Massimo rispetto per i nostri prossimi avversari. Ma il Portogallo non mi fa paura. Se riusciamo a giocare in modo disciplinato avrà le sue belle difficoltà. Eppoi Cristiano Ronaldo non è più lo stesso giocatore di qualche stagione fa. Sinora ai Mondiali l’ho visto in difficoltà. Certo la sua grande esperienza e il suo fiuto del gol possono incidere: ma la squadra lusitana ha altre frecce nell’arco che possono far male. 


Régis: la Svizzera non arriva più ai quarti di finale di un Mondiale dal lontanissimo 1954. È ora di sfatare questo tabù.
Siamo forti, abbiamo una squadra brillante ed un tecnico coraggioso, che non si limita a far giocare sempre i soliti. Abbiamo la giusta mentalità e per questo dico che possiamo giocarcela contro tutti, anche contro le grandi squadre. Sono fiducioso: il tabù del 1954 potrebbe essere finalmente spezzato.

M.A.

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