Sport, 11 novembre 2022

Paul Gascoigne, talento puro ossessionato da sesso e alcol

Nel 1990 mostra al mondo le sue grandi qualità e gli inglesi arrivano in semifinale

LUGANO - Coppia formidabile: dopo i Mondiali vinti in casa nel 1966, l’Inghilterra non è più riuscita a tornare ad alti livelli. Nel 1986, per la verità, ci pensa la Mano de Dios (di Maradona) ad estrometterla ai quarti di finale della rassegna iridata. Quattro anni più tardi, però, la squadra di Bobby Robson sembra attrezzata per andare lontano. In porta gioca Shilton, uno dei migliori portieri al mondo, la difesa si affida al tenace e combattivo Butcher, a centrocampo e in attacco solo grandi campioni: Waddle, Platt e soprattutto Gascoigne e Lineker. I due assieme formano una formidabile coppia. Il primo è un giovane dotato di un talento straordinario, una specie di Roby Baggio in versione inglese; il secondo è un bomber nato: è stato capocannoniere dei Mondiali del 1986 realizzando sei reti, tutte su azione. Nel regno di Albione si sogna.


Gazza show: quello del 1990 non è certamente un Mondiale fra i più belli e spettacolari. Le partite emozionanti si contano sulle dita di una mano. Una ha come protagonista la squadra inglese. Nei quarti di finale affronta e batte il Camerun, su cui sono riposte le speranze del calcio africano e dello stesso Sepp Blatter, futuro presidente della FIFA, che tifa apertamente per i Leoni indomabili. La partita si gioca a Napoli in un clima infuocato: Gascoigne, grazie alle sue giocate monumentali, guida l’Inghilterra alla rimonta: sotto 2-1, la squadra di Robson si guadagna i supplementari, nei quali ci mette lo zampino il centrocampista del Tottenham, che inventa l’azione che porterà al rigore decisivo di Lineker. Dopo 24 anni gli inglesi approdano di nuovo ad una semifinale. 



Partita a tennis: siamo alla vigilia della sentitissima e delicata sfida contro la Germania. È la semifinale di un Mondiale. Eppure Gascoigne non sembra accorgersene. La sera prima del match, in programma a Torino, anziché starsene come tutti i suoi compagni in albergo, decide di prendersi qualche ora di svago e va a giocare a tennis con un amico. Ancora oggi non si capisce come abbia potuto eludere la sorveglianza. Robson, che sospetta qualcosa, si reca nella stanza di Gazza (divisa con Waddle) e scopre la sua assenza. Al rientro dalla serata libera (si fa per dire), il commissario tecnico lo affronta a muso duro e gli promette la panchina per il giorno dopo. Non sarà così e la faccenda resterà segreta sino a dopo i Mondiali. Per la cronaca: contro la Germania Gazza è in campo ma il suo talento non basterà. Tedeschi avanti dopo i calci di rigore. Fatali gli errori di Pearce e Waddle.


Da Londra a Roma: al genio del centrocampista del Tottenham non resta insensibile la Lazio che nell’estate del 1991 lo porta in Italia. Un gran colpo, scrive la stampa della Vicina Repubblica. Gazza è reduce da un sesto posto in campionato e dalla vittoria nella prestigiosa Coppa d’Inghilterra. Ma anche da un infortunio al ginocchio, che lo costringe ad un lungo stop. Quando arriva a Fiumicino ad attenderlo c'è il...mondo: tifosi, giornalisti, cameramen, fotografi da ogni dove. La polizia fatica a tenere a bada la folla. Gascoigne resterà tre anni nella città eterna. Si farà notare soprattutto per le sue bravtae notturne, sempre accompagnato dall’inseparabile amico e compagno di bevute Jimmy ‘cinque pance’ Gardner. Per la Lazio Gazza non è stato un buon affare: 47 presenze, solo 6 reti e tanti problemi extra calcistici.


Testimonianze: “A suo modo geniale, come ci si può arrabbiare?” disse una volta Dino Zoff, allenatore della Lazio di inizio Anni Novanta. Che poi aggiunse: “ Siamo in viaggio in pullman verso la Puglia, Gascoigne è seduto in testa al veicolo e legge silenzioso il Daily Mail. Il torpedone entra in galleria, e dopo circa un chilometro al buio, torna la luce e tutti guardano Gazza: sta ancora leggendo il giornale, ma è completamente nudo”. Incredibile. Ma non solo: per un rutto in diretta nella tribuna Vip laziale allo stadio Olimpico viene multato dalla società. Con l’arrivo di Zdenek Zeman in panchina le cose non cambiarono di molto. Paul una volta gli rubò il fischietto e lo mise al collo di un tacchino. Ilarità e stupore; stupore e ilarità: erano questi i sentimenti che suscitava il centrocampista inglese dopo le sue pagliacciate. Ma quando cominciarono ad uscire fuori, nel corso degli anni, storie di botte e violenze inflitte alla moglie, di interventi della polizia per sedare le risse provocate dal suo stato di ubriachezza molestia, nessuno aveva più voglia di ridere. Il declino (penoso) di un ex grande calciatore era segnato.

JACK PRAN

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