Sport, 13 ottobre 2022

“Il Gambarogno è di fatto la società faro del Cantone”

Calcio femminile: a colloquio con Franco Onderka, presidente del sodalizio locarnese

LUGANO - Franco Onderka è imprenditore molto conosciuto in Ticino e in particolare nel Locarnese. Dal 1989 dirige infatti l’azienda di famiglia Onderka giardini, che oggi contempla una ventina di dipendenti. Oltre alla sua attività, con sede a Contone, si occupa anche di calcio femminile: dal 2011 è alla testa dell’Associazione calcio Gambarogno, senza dubbio la più grande del nostro cantone. Nei giorni scorsi lo abbimo incontrato per parlare di questa bellissima realtà sportiva sopracenerina che coinvolge – fra dirigenti, tecnici e giocatrici – oltre duecento persone. 


Presidente: in Ticino siete una delle società fra le più attive del calcio femminile.
Assolutamente. Posso affermare con orgoglio che siamo il club di calcio femminile più grande in Ticino, con il maggior numero di squadre e di tesserate. Siamo di fatto diventati così la società faro della regione. In pratica l’unica società completamente femminile ed indipendente da società maschili.


Attorno a voi c’è grande entusiasmo. Possiamo dire che il calcio femminile, dopo anni di magra, ha rialzato la testa?
Il calcio femminile è in continua crescita. C’è sicuramente ancora una lunga strada da percorrere, ma credo che la via sia quella giusta. In effetti, la qualità del gioco espressa oggi, è superiore a quella di quando mi sono affacciato per la prima volta al calcio femminile. Fortunatamente, pian piano il calcio delle donne sta acquisendo sempre più visibilità, anche se a livello di mass media si potrebbe fare ancora di più.


Ora anche le scuole calcio per le bambine sono ben frequentate. 
Certo. Ad oggi sono diverse le società ticinesi che contano anche delle squadre femminili. Un esempio è la Coppa Ticino femminile che ha avuto luogo recentemente: nella categoria allieve E, oltre a noi (con ben due squadre iscritte), c’erano le allieve E dell’SC Balerna Chiasso, dell’AS Gnosca, del FC Lugano, del RAM e dell’AC Taverne. È un bel segnale ed è piacevole vedere che altre società si stanno attivando. 



Il lavoro di formazione è alla base della crescita. Anche voi avete lavorato su questo?
La formazione è il nostro principale obiettivo. Investiamo tantissimo nel nostro settore giovanile e sulle giovani calciatrici ticinesi. Per fare ciò, è stato necessario trovare e scegliere dei formatori adatti per il calcio femminile. In questo, il lavoro del nostro Responsabile Tecnico del Settore Allieve AlanGaggetta è fondamentale. I risultati di quanto fatto si iniziano a vedere proprio in questi anni: alcune delle giocatrici formate nel nostro vivaio si stanno pian piano integrando nella rosa della prima squadra. 


A proposito: come si sta comportando la vostra prima squadra in campionato? 
Attualmente, a metà del girone d’andata, è seconda in classifica. L’anno scorso ha chiuso il campionato al quarto posto. Non nascondo che l’obiettivo sarebbe quello di riportare la squadra in Lega Nazionale B. Siamo anche l’unica compagine ticinese rimasta in corsa per la Coppa Svizzera: fra due settimane giocheremo i sedicesimi di finale contro ilWinterthur.


C’è collaborazione fra le società di calcio femminile ticinesi?
Attualmente noi abbiamo una collaborazione aperta con l’FC Ascona, con il quale siamo gemellate. La loro prima squadra milita in Terza Lega e il gemellaggio permette lo scambio di giocatrici in caso di bisogno. 


Il Gambarogno propone uno stile di calcio che si basa su valori etici e non solo sportivi. 
Sì, proprio così. I valori, nel calcio, così come nella vita, sono fondamentali. Stiamo formando le nostre ragazze anche sotto questo aspetto. Credo che lo scopo di uno sport debba essere anche quello di educare, specialmente le giovani leve. 


Quali sono le lacune da colmare nel settore calcistico femminile ticinese? 
Secondo me, le principali pecche del settore calcistico femminile ticinese sono a livello finanziario. Non è sicuramente facile trovare i fondi necessari per far quadrare i conti: infatti, una stagione per una società come la nostra può costare dai 60 agli 80 mila franchi. I sussidi sono pochi rispetto al budget necessario e non è quindi sempre facile riuscire a portare avanti una realtà del genere.


Ultima domanda: è difficile fare il presidente di un club di donne? 
Certo! Sicuramente con le calciatrici le dinamiche da gestire sono molte di più e differenti. Devo però ammettere che l’ambiente del calcio femminile non si può trovare nel calcio maschile. Penso ne sia la conferma il fatto che, spesso, chi comincia ad allenare o ad essere attivo nel nostro calcio, poi difficilmente torna nel maschile. Essere il presidente di questa società è per me un grande motivo d’orgoglio ed un compito che svolgo con grande impegno: da quasi 10 anni, quasi ogni sera sono al Centro Sportivo di Magadino a supporto del nostro grande movimento.

MDD

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