Sport, 09 ottobre 2022

HCL-McSorley, finita... forse ancora prima di iniziare. Gianinazzi, coraggio o azzardo?

I bianconeri e l'head coach dopo la magra figura di Berna si sono detti addio. L'ex allenatore dell'U20 guida ora Arcobello e compagnia

LUGANO - Chris Mc Sorley - finalmente ci vien voglia di dire - ha lasciato la tolda di comando ; il Lugano, in colpevole ritardo, lo ha licenziato. Nessuno degli obiettivi che le due parti si erano fissati sono stati raggiunti: in un anno e mezzo non si è visto un briciolo di gioco, lo spettacolo è stato troppo spesso latitante, il coaching a tratti imbarazzante e l’atteggiamento del tecnico fastidioso, soprattutto ultimamente, quando alle incalzanti domande dei giornalisti rispondeva in modo quasi surreale, denotando una mancanza di obiettività e di autocritica. Chris Mc Sorley lascia il Lugano dopo appena 16 mesi: un lampo di tuono, una breve parentesi, se consideriamo che a Ginevra è rimasto un ventennio, senza mai vincere nulla, se non un paio di Coppe Spengler, torneo-amichevole sopravvalutato. 



La sua partenza era inevitabile, a fronte di una classifica decisamente deficitaria e di prestazioni, come quella di venerdì sera a Berna, che hanno convinto la dirigenza a dire basta. “Con Mc Sorley non va più, dobbiamo cambiare”, si son detti i vari Mantegazza, Werder e Domenichelli, coloro che del canadese erano stati gli entusiasti patrocinatori, la Triade che ne aveva caldeggiato l’arrivo. “Vogliamo costruire qualcosa con lui. È un leader in spogliatoio e in panchina, e con lui abbiamo trovato una figura che vogliamo possa durare nel tempo”, disse con enfasi presidenziale Vicky Mantegazza il 5 maggio dello scorso anno, quando la notizia dell’ avvenuto ingaggio era stata ufficializzata. Mal gliene incolse: sì, perché il licenziamento del tecnico nordamericano è una sconfitta (l’ennesima) di un club che oltre a non vincere più nulla, continua a perdere pubblico e credibilità. Un dato statistico che dovrebbe far riflettere: dal 2006 ad oggi sulla panchina più scottante della Svizzera sono transitati 16 allenatori. Una media di uno a stagione! Solo il compianto Zamparini, e i vulcanici Cellino e Constantin hanno saputo far meglio. "I risultati sono sotto gli occhi di tutti, era una decisione inevitabile", ha annunciato ieri sera in conferenza stampa Vicky Mantegazza, che da quando è la numero 1 della società (anno 2011) ha già visto sfilare 8 head coach. Anche qui: un primato, o poco ci manca! Ma tant’è.


"Si deve guardare al bene della società, e oggi il bene della società è questo", ha affermato con convinzione la figlia del grande Geo. E cioè: via Mc Sorley e dentro Luca Gianinazzi, enfant du pays, nemmeno 30 anni, dapprima giocatore e poi tecnico della Under U20, con la quale ha ottenuto eccellenti risultati. “Nella nostra testa c’era già l’idea di affidargli la panchina al termine del contratto con McSorley", ha chiosato il presidente. Tanti auguri, caro Luca, il più giovane tecnico che abbia mai diretto una compagine di National League, il primo ticinese o luganese “head coach” del glorioso club bianconero.


Una scelta giusta oppure un azzardo: il tempo dirà, come sempre, nella speranza che Luca Gianinazzi non venga bruciato sull’altare degli errori o degli orrori (sportivamente parlando) della dirigenza bianconera. È giovane, conosce la materia, lo si lasci lavorare in santa pace. Il suo arrivo non cambia comunque gli obiettivi.  "Vogliamo stare con le prime sei a fine regular season”, ha detto il direttore sportivo Hnat Domenichelli, che ha ammesso di aver scelto lui Mc Sorley. Quando si dice l’onesta intellettuale. Ma ora si volta pagina: squadra e dirigenti devono riabilitarsi dinanzi ai tifosi e Gianinazzi, che costituisce una scelta coraggiosa e comunque rischiosa, potrebbe essere la persona giusta.


M.A.

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