*Dal Mattino della Domenica
E ti pareva! Il reddito dei cittadini svizzeri sta andando a ramengo. Il ceto medio e medio-basso si trova immerso a bagnomaria nella palta a causa dell’impennata di prezzi e bollette. Alla quale, tanto per non farsi mancare niente, si aggiungerà la stangata dei premi di cassa malati per il 2023. Le cause di questa situazione di melma sono note: le fallimentari politiche energetiche di $inistra (a cui il sedicente “centro” si è pavidamente accodato poiché terrorizzato dal populismo ro$$overde) da un lato; e gli effetti-boomerang delle sanzioni alla Russia dall’altro. Le sanzioni non fanno finire la guerra in Ucraina. Per contro bastonano i cittadini e l’economia dei paesi che le decretano. Dove prima o poi la gente scenderà in piazza.
La pacchia continua
Come sappiamo, a Berna la partitocrazia ha rifiutato stizzita gli sconti fiscali sulla benzina chiesti (anche) dalla Lega perché i “ricchi svizzeri” (sic!) possono permettersi di pagare i rincari. Adesso arriva il nuovo schiaffone ai cittadini che non sanno più da che parte voltarsi per far quadrare i conti: il governicchio federale ha deciso che il canone dell’emittente di regime rimarrà invariato a 335 Fr anche nel 2023/2024.
Eh certo: gli svizzeri sempre più impoveriti devono continuare a pagare il canone più caro del mondo, senza nemmeno una parvenza di sconto, per mantenere una radiotelevisione statale gonfiata come una rana. Alla propaganda politica ro$$overde dell’emittente di regime non bisogna togliere nemmeno un centesimo. Guai! Le aziende private posso anche fallire per l’esplosione dei costi dell’energia e delle materie prime; ma alla SSR (ed ai clan che la gestiscono) il governicchio federale non chiede neppure un modesto contributo di solidarietà.
Ancora una volta l’emittente di regime viene trattata come una vacca sacra. Ma è ben lungi dall’esserlo.
Il tornaconto
Il “bello” (si fa per dire) è che, a causa dell’immigrazione scriteriata,