Il capo del Dipartimento della Difesa, Viola Amherd, ha presentato mercoledì un rapporto del Consiglio federale sulla sicurezza della Svizzera in cui si auspica una maggiore collaborazione con l'Unione europea e l'Alleanza atlantica (NATO). "La Svizzera deve essere in grado di difendere da sola la propria popolazione in tutta la gamma di minacce e pericoli", ha dichiarato Amherd, secondo cui il Consiglio federale vuole "orientare la politica di sicurezza e di difesa della Svizzera in modo più sistematico di quanto fatto finora verso la cooperazione internazionale, nel rispetto della neutralità".
In termini concreti, nel rapporto il Consiglio federale afferma di voler sviluppare la cooperazione in materia di politica di sicurezza con la NATO e l'Unione europea. Viola Amherd ha parlato di una maggiore partecipazione alle esercitazioni, di un'espansione della capacità di cooperazione militare nei settori legati alla difesa, di un'intensificazione dello status di partenariato con la NATO e della partecipazione dell'esercito alla formazione dell'UE. Tutte queste opzioni sarebbero compatibili con la neutralità della Svizzera", ha sostenuto la direttrice del DDPS, secondo cui "si tratta semplicemente di sfruttare meglio il margine di manovra che la politica di neutralità della Svizzera già possiede".
Il rapporto ha peraltro evidenziato le lacune nella preparazione difensiva della Svizzera: "Lacune critiche nelle capacità anticarro e nella sostenibilità, soprattutto per quanto riguarda le scorte di munizioni insufficienti. Per colmare queste lacune, il DDPS prevede di acquistare missili terra-terra a lungo raggio e di richiedere diverse centinaia di milioni di franchi per le scorte di munizioni e missili nel programma di armamento 2023.
In termini concreti, nel rapporto il Consiglio federale afferma di voler sviluppare la cooperazione in materia di politica di sicurezza con la NATO e l'Unione europea. Viola Amherd ha parlato di una maggiore partecipazione alle esercitazioni, di un'espansione della capacità di cooperazione militare nei settori legati alla difesa, di un'intensificazione dello status di partenariato con la NATO e della partecipazione dell'esercito alla formazione dell'UE. Tutte queste opzioni sarebbero compatibili con la neutralità della Svizzera", ha sostenuto la direttrice del DDPS, secondo cui "si tratta semplicemente di sfruttare meglio il margine di manovra che la politica di neutralità della Svizzera già possiede".
Il rapporto ha peraltro evidenziato le lacune nella preparazione difensiva della Svizzera: "Lacune critiche nelle capacità anticarro e nella sostenibilità, soprattutto per quanto riguarda le scorte di munizioni insufficienti. Per colmare queste lacune, il DDPS prevede di acquistare missili terra-terra a lungo raggio e di richiedere diverse centinaia di milioni di franchi per le scorte di munizioni e missili nel programma di armamento 2023.