Ticino, 06 settembre 2022

Claudio Zali: “Lupo, regole più semplici in tempi rapidi”

Il Governo scrive a Berna per facilitare l’abbattimento degli esemplari problematici

“L’equilibrio che c’era in passato tra l’esigenza di salvaguardare una specie protetta e un settore economico importante ma fragile come l’agricoltura di montagna si è spezzato”. Sono queste le parole, pronunciate dal Presidente del Consiglio di Stato, Claudio Zali, che sintetizzano il contenuto della lettera firmata dal Governo indirizzata all’Ufficio federale dell’ambiente. Obiettivo: fare pressione per una modifica del quadro legislativo vigente. “Non si tratta necessariamente di godere di una maggiore autonomia decisionale dei Cantoni – precisa Zali –. Desideriamo, tuttavia, regole più semplici, un sistema meno farraginoso e tempistiche decisamente più rapide”. Una missiva voluta e dovuta, dal momento che il problema lupo, in particolar modo in Ticino, sta diventando sempre più serio. Un dossier, questo, di competenza, a livello cantonale, sia del Dipartimento del territorio, con l’Ufficio della caccia e della pesca – che non può intervenire verso l’auspicata regolazione perché le norme federali oggi non lo permettono – sia del Dipartimento delle finanze e dell’economia, con la Sezione dell’agricoltura. In questo senso, il Direttore del DT Claudio Zali, mercoledì scorso, in occasione dell’incontro del Consiglio di Stato con la Deputazione ticinese alle Camere federali, della quale Lorenzo Quadri (Lega dei Ticinesi) è presidente, ha colto l’occasione per tornare ad esprimere la propria vicinanza agli agricoltori e allevatori di montagna, confrontati con una situazione che si fa sempre più delicata. Ed è per questo motivo che il Consiglio di Stato ha sollecitato un intervento da parte di Berna, alla luce della situazione creatasi nelle ultime settimane.

 

Zali: “Serve un cambio del quadro normativo”

 

“Abbiamo chiesto di essere ascoltati”, afferma il Consigliere di Stato Claudio Zali riferendosi alla lettera indirizzata a Berna. “Constatiamo che solo negli ultimi due mesi ci sono state una trentina di predazioni; un numero superiore a tutte gli attacchi registrati nei due anni precedenti. Questo equilibrio va quindi ripristinato”.

 

In questo senso “vorremmo regole più semplici, perché – appunto – nella situazione in cui ci troviamo l’equilibrio non è più dato. Dobbiamo infatti prendere atto di una situazione non più sotto controllo. Di conseguenza, serve un cambio del quadro normativo”. Nella missiva sono anche state sottolineate le lungaggini delle autorità federali in merito alle autorizzazioni di abbattimento e all’ottenimento delle prove del DNA. A questo proposito, il leghista Claudio Zali sottolinea come si sia dovuto “revocare l’ordine di abbattimento per il lupo di Cerentino dopo che i dati di Berna dicevano che si trattava di un branco, dunque un campo di competenza federale. Ma due mesi dopo, stiamo ancora aspettando notizie. Chiediamo quindi maggiore efficacia”.

 

Numero di predazioni in forte aumento

 

Il numero di predazioni accertato nel 2022 ammonta a 39, di cui 28 soltanto tra l’inizio di giugno e la fine di agosto. A titolo di paragone erano state 22 nel 2020 e 14 nel 2021. Un’escalation, questa, che richiede ora un cambio di paradigma, sono necessarie regole più semplici per emanare un ordine d’abbattimento, come peraltro chiesto anche da numerosi atti parlamentari a livello federale.

 

In Ticino mezzo milione di franchi in più

 

Già lo scorso mese di luglio, il Consiglio di Stato, su proposta del DT, aveva stanziato un credito di mezzo milione di franchi per agevolare l’accesso agli aiuti finanziari supplementari decisi dalla Confederazione e finalizzati all’incremento della protezione del bestiame dai grandi predatori. Per l’occasione, tenuto conto dell’aumento del numero di lupi e di branchi in Svizzera e con l’obiettivo di ridurre i danni agli animali da reddito, la Confederazione aveva stanziato 5,7 milioni di franchi allo scopo di rafforzare la protezione del bestiame per la stagione alpestre 2022. Per garantire un accesso più immediato a questi crediti, il Consiglio di Stato aveva stanziato un credito di 500’000 franchi.

Dal Mattino della Domenica 

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