Sport, 14 giugno 2022

Il malandato colonnello resta in piedi (per ora)

Ritratto di Joseph Blatter, ex presidente della FIFA a processo con Michel Platini

BELLINZONA - Il vecchio colonnello non ha più il passo di una volta. Il suo incedere è lento, tanto che il suo avvocato deve frenare per non lasciarlo indietro; i giornalisti e gli operatori lo accerchiano e quando viene sollecitato a rispondere alle sempre più incalzanti domande Sepp Blatter non trattiene una smorfia di fastidio. Ma l’ex presidente della FIFA non molla: resta in piedi (metafora) e risponde come può. Ora in tedesco, la sua lingua madre, ora in francese. Qualcuno prova a parlargli nella lingua di Dante ma lui finge di non conoscerla. Dall’entrata del tribunale federale di Bellinzona alla macchina che lo sta aspettando è una via crucis in piena regola. Ci sono anche due guardie del corpo, che però evitano di farsi notare: in fondo, i reporter non hanno debordato. Poi, finalmente, ecco che una vettura a quattro posti si ferma e il vecchio Sepp vi entra. Un’ altra giornata se ne è finalmente andata, ce ne saranno ancora parecchie prima della sentenza. Qualcuno intanto si interroga: ma come si fa a processare un uomo così vecchio? La risposta non tarda ad arrivare: “Se è in grado di intendere e di volere, un cittadino qualsiasi deve rispondere alla giustizia”.


Altrimenti che giustizia è? La sensazione è che l’ex dirigente di quella che Diego Maradona definì un tempo un’associazione per delinquere (la FIFA) abbia ancora qualche cartuccia da sparare, anche se forse non basterà. Il conto che gli è stato presentato è salatissimo... Poi, prima che la macchina parta per l’albergo, Blatter allunga lo sguardo verso il palazzo: sta uscendo Platini, le Roi soleil del calcio. I due non si sono mai rivolti la parola durante il dibattimento. Nè prima né dopo. Il conflitto è insanabile. I due amici sono diventati nemici mortali. Sepp è ancora in sella, nel week end andrà a Visp a trovare vecchi amici mentre Michel probabilmente si recherà in Italia. La caduta del grande impero non li ha ancora del tutto travolti: ma Bellinzona rischia di essere la loro Waterloo o, per
dirla con gli italiani, la loro Caporetto.


Come sono lontani i tempi dell’ incredibile ascesa di Sepp Blatter, che nel 1977 diventa il portaborse di Joao Havelange, presidente-padrone della FIFA, dirigente brasiliano che strizza l’occhiolino ai dittatori del Sudamerica. Poi il vallesano comincia la sua inarrestabile ascesa verso posizioni di potere. Diventa segretario della massima istituzione calcistica del pianeta e dimostra grande acume tecnico e politico. Promuove diverse riforme, due meritano di essere citate: l’abolizione della possibilità, da parte del portiere, di prendere la palla con le mani su retropassaggio dei suoi compagni di squadra (anno 1992) e l’introduzione dei 3 punti per vittoria (1994). Inasprisce la sua lotta (e le sanzioni)contro il gioco falloso e ostruzionistico, anche se più di una volta si dice contrario alla tecnologia in campo. Poi nel 1998 Sepp diventa presidente della FIFA e da quel momento inizieranno a piovereaccuse di brogli, truffa, corruzione e riciclaggio. Lui si proclamerà sempre innocente. Nel 2011 commette un clamoroso autogol, definendo il tema del razzismo nel calcio una sciocchezza.


Nel 2015 infine viene rieletto presidente ma quattro giorni dopo si dimette in seguito allo scandalo che colpisce la FIFA. 7 dirigenti finiscono in manette. L’8 ottobre viene sospeso per 90 giorni dal Comitato etico per sospetta corruzione, in seguito alla scoperta di un pagamento di 2 milioni di euro versato a favore di Platini per lavori svolti tra il 1998 e il 2002. Il 21 dicembre successivo il Comitato Etico giudica lui e l’ex presidente dell'UEFA colpevoli di corruzione condannandoli ad una squalifica di otto anni (poi ridotta a sei). Fine di un regno, fine di una gloriosa carriera macchiata dall'illecito. La ciliegina sulla torta arriva nel 2017 quando la calciatrice americana Hope Solo accusa lo svizzero di avergli toccato il sedere durante la cerimonia di consegna del Pallone d’oro del 2013. Tombola!

BILL CASTELLI

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