Paolo Righetti: a Bellinzona si parla della squadra, della sua lotta con il Breitenrain per salire di categoria, ma soprattutto la gente chiede sempre notizie di lei.
Debbo dire che sono rimasto sorpreso dai tantissimi attestati di sostegno e di affetto che ho ricevuto non solo dai cittadini di Bellinzona e dai tifosi stessi della squadra, in particolare i Boys, ma anche dai calciofili di tutto il cantone o da persone comuni. Mi sono commosso e a loro non posso fare altro che mandare un caloroso ringraziamento per la solidarietà ricevuta.
Come sta ora?
Direi bene. La fase peggiore è passata. Ho superato l’intervento chirurgico a cui ho dovuto sottopormi e in questo momento sto svolgendo la riabilitazione a Brissago. Tre volte la settimana. E un grazie va agli amici Alfio Moro e Marino Cortinovis, già membri di comitato del Bellinzona, che mi portano a turno nella clinica situata sulle rive del Verbano.
La sua famiglia
ha avuto un ruolo determinante.
Certo e in particolare la mia compagna Cinzia, che non mi ha mai mollato un solo attimo. Il fatto poi che avessi vicino anche mia figlia Tara mi ha dato una bella spinta. A proposito: presto mi sposerò! Non abbiamo ancora deciso la data ma il momento si avvicina. Sarebbe il coronamento di una fase della mia vita in cui ho conosciuto il dolore e la sofferenza e ho dovuto lottare per restare vivo.
Certo e in particolare la mia compagna Cinzia, che non mi ha mai mollato un solo attimo. Il fatto poi che avessi vicino anche mia figlia Tara mi ha dato una bella spinta. A proposito: presto mi sposerò! Non abbiamo ancora deciso la data ma il momento si avvicina. Sarebbe il coronamento di una fase della mia vita in cui ho conosciuto il dolore e la sofferenza e ho dovuto lottare per restare vivo.
Lei è tornato allo stadio per la sfida contro il Breitenrain.
E non ho portato fortuna (ride, ndr). Mi ha fatto molto piacere stare con i tifosi. Spero che la mia possa essere una presenza continua e frequente. Anche se non debbo esagerare: i medici mi hanno consigliato di non sforzarmi troppo.
A livello ideale lei è sempre vicino al Bellinzona.
Ci mancherebbe. Non vedevo l’ora di andare alla partita. Debbo dire che in questo momento il club è in buone mani e mi auguro che alla fine del campionato si possa festeggiare la promozione. Il futuro? Non mi sbilancio. Per ora penso solo alla mia salute e alla mia famiglia. L’ACB è sempre nel cuore e sempre vi resterà, questo è fuori di dubbio.
Un giornalista luganese un giorno disse: a Righetti dovrebbero fare un monumento. Senza di lui, Delcò, Facchin, Gaggi e Cortinovis il Bellinzona sarebbe morto.
Quando abbiamo preso in mano la società nel 2013 sapevamo che sarebbe stata durissima. Ma, visti i risultati, siamo molto fieri di quanto abbiamo fatto. Magari facendo degli errori ma sempre con un unico scopo: il bene di questa straordinaria società.
RED.