Ticino, 04 maggio 2022

UNITAS: troppi silenzi

La vicenda delle molestie all’UNITAS per oltre 20 anni ha (giustamente) scatenato un putiferio, decine di articoli e due interrogazioni che ancora attendono una risposta.

A seguito della vicenda, l’11 marzo di quest’anno, decine di utenti e operatori hanno chiesto le dimissioni dei dirigenti dell’Associazione.

“Con la presente, soci, volontari e utenti dell’Associazione UNITAS richiedono una reazione riguardo gli eventi, diventati di recente di dominio pubblico, inerenti alle associazioni e fondazioni per ciechi UNITAS, “Tarcisio e Anita Gaggini” e Emma Rulfo”. In data 18 febbraio 2022 Ticinonline pubblica “I silenzi delle molestie all’ombra di UNITAS” articolo di denuncia verso l’Associazione UNITAS e le fondazioni per ciechi e ipovedenti “Tarcisio Bisio e Anita Gaggini” e “Emma Rulfo”. La Regione lo segue in data 10 marzo, pubblicando “UNITAS, la lunga mano e i troppi silenzi”. Entrambi gli articoli denunciano importanti abusi di potere che vanno al di là di quello che la legge consente, perpetrati da alcuni membri degli enti citati. Duole notare che buona parte di chi non ha commesso abusi, pur essendone a conoscenza, non ha fatto nulla per fermarli, agendo così per omissione. Gli appellanti ritengono tali comportamenti inaccettabili e compromettenti per l’integrità degli utenti e la credibilità degli enti stessi. Sulla base di queste informazioni gli appellanti ritengono doverose le dimissioni dei membri dei comitati dell’Associazione UNITAS e delle Fondazioni “Tarcisio Bisio e Anita Gaggini” e “Emma Rulfo”.

Riassumendo in poche righe: un alto dirigente dell’UNITAS ha il vizietto di allungare le mani sulle utenti e sul personale femminile dell’Associazione. Come spesso capita in queste situazioni, tutti sapevano, ma nessuno ha fatto nulla lasciando agire il molestatore indisturbato per decenni.

Nel 2019, finalmente, il molestatore, tramite una raccomandata a mano consegnatagli da Mario Vicari e Davide Balbo (rispettivamente presidente e vicepresidente dell’UNITAS), viene esonerato dalle cariche istituzionali che detiene: membro della Commissione economica, membro del Gruppo Santa Lucia, delegato per le Assemblee della FSC, membro dei comitati della CAB e della FIDACA. La lettera raccomandata termina informando il destinatario che i Consigli di Fondazione di cui fa parte, la Fondazione             UNITAS in memoria di Tarcisio Bisi e Anita Gaggini e della Fondazione Emma ed

Ernesto Rulfo sono stati informati della decisione.

Da notare che il molestatore non è stato allontanato dalla Fondazione UNITAS (di cui è tutt’ora presidente) dove, tra gli altri siede anche Manuele Bertoli, che all’UNITAS ha lavorato in varie funzioni dirigenziali prima di essere eletto Consigliere di Stato. Bertoli, che in qualità di membro del Consiglio di Fondazione UNITAS è stato informato delle misure prese nei confronti del molestatore dalla copia della raccomandata (a mano) che presidente (M. Vicari) e vicepresidente /D. Balbo) dell’Associazione hanno consegnato al Presidente della Fondazione.

Il Presidente del Governo ha rilasciato un’intervista alla Regione (15.3.2022) dove afferma “Non sono mai stato informato e non sono a conoscenza diretta di casi di molestie. Escludo vi siano stati casi di mobbing quando io ero direttore”.

Ma c’è di più! Il 10 aprile 2022 “Il Mattino della Domenica” pubblica un approfondimento sulla vicenda da dove risulta evidente che Bertoli, non poteva non essere al corrente delle molestie che subivano le utenti dell’Associazione, anche perché il suo nome è espressamente citato in una lettera del 16.12.2001 (destinata ai dirigenti di UNITAS di cui Bertoli faceva parte), scritta da una stessa UNITAS. Nella lettera in questione venivano svelati gli abusi che avvenivano tra le mura della struttura per i ciechi.

 

Chiediamo pertanto:

a. Cosa intende fare l’esecutivo quando un suo membro omette in maniera evidente di essere informato su una vicenda delicata come quella evocata qui?

b. Il Consiglio di Stato non intende avviare un’inchiesta?


Maruska Ortelli per il Gruppo della Lega dei Ticinesi

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