Sport, 21 aprile 2022

Sì Lugano, sì: nel segno di Celar sei in finale!

Partita non adatta ai deboli di cuori quella vinta dagli 11m contro il Lucerna: il rigore decisivo di Celar permette ai ragazzi di Croci-Torti di guadagnare il pass per l’atto finale contro il San Gallo

LUGANO – Cornaredo era pieno, come non si vedeva da tempo immemore. Il Lugano tornava a giocarsi una semifinale di Coppa Svizzera in casa da tempo immemore. I bianconeri, stando alla classifica del campionato, ci arrivavano da favoriti da tempo immemore. Erano tanti gli elementi da legare assieme per scrivere la storia e i ragazzi di Croci-Torti non hanno mancato l’occasione per firmare una nuova pagina emblematica del club: il Lugano è in finale di Coppa Svizzera dove affronterà il San Gallo. Ma che fatica! Che brividi! Che emozioni!

 
Una partita, quella disputata davanti ai 6400 spettatori di Cornaredo davvero pazza: la compagine bianconera per 89’ è stata l’unica a creare chiare occasioni da rete (fatta eccezione per il colpo di testa di Sidler nel secondo tempo), andando a bersaglio con Bottani nel primo tempo, prima che il VAR annullasse il tutto per fallo di Celar, e poi proprio con l’attaccante ex Roma bravo a sfruttare un pasticcio difensivo degli uomini di Frick. Quando però il più sembrava fatto, ecco la doccia fredda, freddissima, gelata che si è materializzata all’89’ con la cavalcata di Schürpf e col tocco vincente di Sidler che ha mandato tutti al supplementare. 

 

Supplementari non adatti ai cuori deboli, col Lugano capace di trovare immediatamente quella rete tanto agognata, attesa e desiderata ancora con Celar dal dischetto, e poi costretto a soffrire, a patire, a resistere allo sforzo estremo dei detentori del trofeo, con tanto di traversa colpita da Tasar a pochissimo dalla fine. Il muro difensivo però è crollato al 118’ quando l’ex Abubakar ha firmato in mischia il 2-2 che ha mandato tutti ai rigori.
 

Se i supplementari sono stati elettrizzanti, la serie dei rigori è stata ancora più adrenalinica: prima l’errore di Maric, poi le due parate di Saipi su Ugrinic e Schürpf, che hanno significato approdo in finale, col fiatone, col patema d’animo ma, forse, nel modo più bello possibile.
 

Al triplice fischio finale, infatti, i sorrisi e gli abbracci, in campo, in panchina e sugli spalti si sono giustamente sprecati: il cammino è segnato. Un cammino che ora ha una data segnata in rosso: il 15 maggio. Quando il Lugano, affrontando il San Gallo, ha un appuntamento con la storia.

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