Svizzera, 14 aprile 2022

Allestisce una bancarella per vendere "teste di moro", viene denunciato per razzismo

Qualcuno si ricorderà della polemica scoppiata nell'estate del 2020 quando la Migros decise di ritirare dai suoi scaffali le cosidette "teste di moro" perchè ritenute razziste. La decisione del dettagliante era stata allora criticata da più parti. Un cittadino sangallese, Markus Heim, oggi 59enne, aveva allora allestito una bancarella per vendere i famosi cioccolatini della marca Dubler a Rorschach (SG), pitturandosi il viso di nero.

L'iniziativa di Heim però non era piaciuta al Ministero pubblico sangallese che lo aveva denunciato per razzismo. Dopo aver ricevuto un'ordinanza penale, vi si era opposto presentando ricorso. Giudicato dal tribunale distrettuale di Rorschach nel marzo 2021, il cittadino sangallese era stato assolto una prima volta. La decisione dei giudici non è però andata giù al Ministero pubblico che a sua volta ha fatto appello contro la sentenza. Oggi l'uomo è stato assolto per la seconda volta dal tribunale cantonale di San Gallo. 


Nel pronunciare il verdetto, il giudice ha detto allora che non era compito della corte giudicare il cattivo gusto. Il tribunale cantonale ha quindi respinto il ricorso e confermato il verdetto del tribunale distrettuale. Così Heim è stato assolto dall'accusa di discriminazione razziale in seconda istanza. Tuttavia dovrà pagare un decimo delle spese del ricorso, che corrisponde a 856 franchi.

Secondo il pubblico ministero, l'accusato voleva "promuovere il prodotto della società Dubler" con la sua campagna di vendita e il travestimento, dopo che era stato rimosso dall'assortimento della grande distribuzione alcuni giorni prima. Il tribunale cantonale era convinto che "un terzo imparziale e medio avrebbe inteso l'azione in questo senso e quindi non in modo razzialmente discriminatorio", ha detto in un comunicato.

A giocare a favore dell'accusato il fatto di aver venduto tutti i 350 prodotti dolciari in sole due ore a numerose persone, tra cui alcune di pelle scura. "Inoltre, non ha fatto alcun commento dispregiativo sulle persone di pelle scura prima, durante o dopo la vendita", continua la sentenza.

Anche se l'azione è descritta nell'avviso come "insensibile e sconsiderata", non era razzialmente discriminatoria nel senso della legge contro la discriminazione razziale. La sentenza non è tuttavia definitiva e le parti possono ancora appellarsi al Tribunale federale.

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