ZUGO – Si sapeva ancora prima che la serie dei quarti di finale prendesse il via: il Lugano, per avere una sola piccola occasione per battere e superare lo Zugo, aveva bisogno della serie perfetta. Non della singola partita, ma della serie, cosa ancora più complicata e che rendeva chiaro quanto sarebbe stato difficile per i bianconeri affrontare i campioni svizzeri in carica. Purtroppo la classifica della regular season ha emesso i suoi verdetti e i pochi punti incamerati dalla truppa di McSorley durante la stagione regolare, anche a causa dei troppi e lunghi infortuni, stanno condizionando anche questi playoff.
Quella serie perfetta, purtroppo, non si sta verificando. Soprattutto a causa dei dettagli: il primo risponde al nome di Leonardo Genoni, vero e autentico muro che, muovendosi poco o nulla tra i pali, riesce sempre a trovare la posizione giusta per fermare gli avversari. Il secondo sono le occasioni sprecate, come quelle in gara-1, quando il Lugano avrebbe potuto centrare immediatamente il break, per poi invece essere punito al primo errore al supplementare, mentre il terzo… sono le penalità inutili e sciocche.
In gara-2, dopo il pareggio di Morini, Herburger e Bertaggia avevano rovinato i piani della truppa sottocenerina, ieri sera in gara-3 l’ingrato compito è tornato all’ex di turno, Alatalo. Capire il perché dell’inutile check da dietro durante il secondo periodo, quando il Lugano comandava non solo il gioco, ma anche il risultato, trovandosi avanti sul 2-0 diventa davvero complicato. Quella penalità, trasformata poi con molta fortuna da Herzog nell’1-2 ha cambiato il volto della sfida.
E così, incassati il 2-2 e il 3-2 per mano della quarta linea dei Tori, e dopo aver sciupato ancora diverse occasioni per riportarsi in vantaggio (tanto di cappello a Genoni), i bianconeri sono evaporati, si sono sciolti, hanno perso tutta la verve e la presa sulla partita… e di conseguenza, a meno di miracoli, anche la serie. Certo se dovesse maturare il 4-0 a favore dello Zugo, i numeri nudi e crudi inchioderebbero McSorley e i suoi, ma analizzando tutta la serie bisogna anche dire che questo Lugano è andato molto più vicino a centrare l’impresa quest’anno rispetto al quarto di finale dell’anno scorso contro il Rapperswil (perso 1-4) e a quello del 2019 quando gli stessi Tori si imposero per 4-0.
Insomma, la crescita del progetto firmato Domenichelli-McSorley c’è ed è evidente, ma il processo è lungo. È anche vero che lo scorso settembre, durante la presentazione alla stampa, si parlava di un progetto di 3 anni… evitando, però, errori come quello di Alatalo di ieri sera…