Una risicata maggioranza del Nazionale, sconfessando la propria Commissione delle istituzioni politiche, ha approvato l’iniziativa per abbassare il voto a 16 anni, ma non il diritto di eleggibilità che rimane a 18 anni. Le motivazioni dei favorevoli vanno dal combattere l’astensionismo giovanile al motivare i giovani ad assumersi responsabilità politiche. Solo il Cantone Glarona ha sino ad ora introdotto il voto ai 16enni mentre, a livello europeo ed internazionale, unicamente una manciata di paesi lo prevedono, tra i quali l’Austria, Malta e alcuni Länder tedeschi; bizzarramente l’Ungheria lo concede se l’elettore è coniugato e in Bosnia, Croazia, Serbia e Slovenia solo se ha un posto di lavoro. In totale i paesi che permettono il voto agli under 18 sono al momento 11/17 a seconda dei distinguo citati poc’anzi.
Sono contraria all’abbassamento dell’età di voto a 16 anni perché i numeri provano che la scarsa affluenza dei giovani alle urne è dovuta ad una bassa motivazione a partecipare alla vita politica e ad un disinteresse generale, malgrado la benvenuta introduzione dei corsi di civica nelle scuole. Stride infine il divario tra il diritto di votare con quello di eleggibilità che rimarrebbe a 18 anni.
Sono pertanto contraria al voto a 16 anni anche perché i ragazzi hanno ben altri interessi a quell’età, e non sono sufficientemente preparati. E’ senza ombra di dubbio un controsenso proteggere i giovani dalla pubblicità del tabacco ma poi permettere loro di votare, privi di un senso critico e di una capacità di analisi completa.
Dal Mattino Della Domenica






