Il tribunale penale di Ginevra ha dovuto pronunciarsi su un caso singolare quanto drammatico. All'inizio del 2020, quando il covid cominciava a fare i titoli dei giornali, una donna ha cercato di uccidere suo figlio di 7 anni per "salvarlo" dal coronavirus. Fortunatamente, non ha avuto successo.
Il 18 marzo 2020 verso le 11 del mattino, questa madre, descritta come ipocondriaca e ansiosa, "ha avuto uno scompenso completo e ha pensato che tutti sarebbero morti", riferisce "Le Temps". Per "proteggere" suo figlio dal virus, ha cercato di soffocarlo nel sonno con un cuscino. Il bambino però è riuscito a liberarsi ma, in seguito, la madre ha poi cercato di strangolarlo a mani nude e poi con un cavo. Ma lui ha resistito e ha espresso la sua volontà di vivere, il che avrebbe fermato l'attacco.
Il bambino di 7 anni ha poi avvertito suo padre per telefono e quest'ultimo ha poi informato la polizia. Alla fine del pomeriggio, la polizia ha dovuto forzare la porta del rifugio antiatomico della villa di famiglia in cui la madre si era rifugiata con suo figlio.
Arrestata, la donna ha successivamente trascorso 226 giorni in detenzione preventiva prima di essere rilasciata. Gli esperti psichiatrici hanno poi concluso che aveva una responsabilità molto limitata per il tentato omicidio, con "un disturbo psicotico acuto ed essenzialmente delirante causato da uno stress eccezionale", ha detto il quotidiano.
Con una procedura semplificata, la corte ha condannato l'imputata, oggi 34enne, per tentato omicidio. È stata condannata a 30 mesi di prigione ma non sconterà un giorno in carcere in quanto la pena è stata sospesa in favore di un trattamento psicologico.
Per quanto riguarda il bambino, il padre, che era già divorziato dalla madre, ha ora la custodia esclusiva del figlio. Alla madre è rimasto solo il diritto di visita, ma solo in un ambiente sorvegliato.
Il 18 marzo 2020 verso le 11 del mattino, questa madre, descritta come ipocondriaca e ansiosa, "ha avuto uno scompenso completo e ha pensato che tutti sarebbero morti", riferisce "Le Temps". Per "proteggere" suo figlio dal virus, ha cercato di soffocarlo nel sonno con un cuscino. Il bambino però è riuscito a liberarsi ma, in seguito, la madre ha poi cercato di strangolarlo a mani nude e poi con un cavo. Ma lui ha resistito e ha espresso la sua volontà di vivere, il che avrebbe fermato l'attacco.
Il bambino di 7 anni ha poi avvertito suo padre per telefono e quest'ultimo ha poi informato la polizia. Alla fine del pomeriggio, la polizia ha dovuto forzare la porta del rifugio antiatomico della villa di famiglia in cui la madre si era rifugiata con suo figlio.
Arrestata, la donna ha successivamente trascorso 226 giorni in detenzione preventiva prima di essere rilasciata. Gli esperti psichiatrici hanno poi concluso che aveva una responsabilità molto limitata per il tentato omicidio, con "un disturbo psicotico acuto ed essenzialmente delirante causato da uno stress eccezionale", ha detto il quotidiano.
Con una procedura semplificata, la corte ha condannato l'imputata, oggi 34enne, per tentato omicidio. È stata condannata a 30 mesi di prigione ma non sconterà un giorno in carcere in quanto la pena è stata sospesa in favore di un trattamento psicologico.
Per quanto riguarda il bambino, il padre, che era già divorziato dalla madre, ha ora la custodia esclusiva del figlio. Alla madre è rimasto solo il diritto di visita, ma solo in un ambiente sorvegliato.