Il Tribunale federale ha confermato la condanna di un 36enne colpevole di aver aggredito ripetutamente la moglie e di aver incendiato l'appartamento in cui abitavano. I fatti risalgono al novembre 2010. Mentre era separata dal marito, la vittima era andata nel suo appartamento a Berna per ritirare la posta. Come riporta il "Berner Zeitung", la donna era seduta al tavolo della cucina quando il marito la colpì improvvisamente sulla nuca con un martello. L'ha colpita una seconda volta prima di gettarla a terra e pugnalarla più volte con un coltello da cucina. La vittima è riuscita a scappare solo perché il suo aggressore è scivolato durante l'aggressione. L'uomo ha poi dato fuoco all'appartamento e ha lanciato oggetti dalla finestra del sesto piano contro la polizia. La nazionalità della coppia non viene precisata se non che il marito è "proveniente dall'Africa occidentale".
Dopo due sentenze della giustizia bernese, che lo condannavano una volta a 7 anni di carcere e un'altra a 9 anni, il Tribunale federale ha confermato la condanna a nove anni e nove mesi di prigione inflitta dall'Alta corte del Cantone di Berna. I giudici di Mon Repos hanno constatato che c'era una chiara intenzione di uccidere, poiché non è possibile spiegare altrimenti perché ha puntato il martello due volte alla testa della vittima e l'ha pugnalata ripetutamente con una lama di 19 centimetri. Inoltre, in un'altra occasione aveva cercato di strangolarla. Per il Tribunale federale, queste tre aggressioni non devono essere prese separatamente ma come un unico evento complessivo, ed è stato solo perché è scivolato che la vittima è stata in grado di fuggire.
Per quanto riguarda l'incendio doloso, il Tribunale federale ha constatato che, sebbene l'individuo avesse deliberatamente dato fuoco all'appartamento con una bombola di gas, non l'aveva fatto con l'intenzione di causare un'esplosione. Da notare infine che, dato non vi è nessuna menzione di un'espulsione o di una sua rinuncia, si suppone che l'uomo abbia nel frattempo acquisito la cittadinanza svizzera.
Dopo due sentenze della giustizia bernese, che lo condannavano una volta a 7 anni di carcere e un'altra a 9 anni, il Tribunale federale ha confermato la condanna a nove anni e nove mesi di prigione inflitta dall'Alta corte del Cantone di Berna. I giudici di Mon Repos hanno constatato che c'era una chiara intenzione di uccidere, poiché non è possibile spiegare altrimenti perché ha puntato il martello due volte alla testa della vittima e l'ha pugnalata ripetutamente con una lama di 19 centimetri. Inoltre, in un'altra occasione aveva cercato di strangolarla. Per il Tribunale federale, queste tre aggressioni non devono essere prese separatamente ma come un unico evento complessivo, ed è stato solo perché è scivolato che la vittima è stata in grado di fuggire.
Per quanto riguarda l'incendio doloso, il Tribunale federale ha constatato che, sebbene l'individuo avesse deliberatamente dato fuoco all'appartamento con una bombola di gas, non l'aveva fatto con l'intenzione di causare un'esplosione. Da notare infine che, dato non vi è nessuna menzione di un'espulsione o di una sua rinuncia, si suppone che l'uomo abbia nel frattempo acquisito la cittadinanza svizzera.