Sport, 01 febbraio 2022

Parola di Nicola Bignotti: “Il futuro è un’ipotesi”

Intervista con il direttore generale della società rossoblù

CHIASSO - Il Chiasso da qualche anno è diretto da Nicola Bignotti, dirigente bresciano che si è fatto le ossa a Bellinzona negli anni della promozione in Super League e della finale di Coppa Svizzera contro il Basilea (dal 2005 al 2008). Una gestione, quella del club rossoblù, che non ha fatto e non fa l’unanimità ma che se non altro ha permesso ai sottocenerini di restare nel calcio professionistico.


Equilibrio e sostanza, le parole d’ordine del direttore generale, del quale alcune scelte non sempre sono state capite (ci riferiamo a quelle prettamente sportive) o apprezzate. Sul futuro del Chiasso e del suo, Nicola non si sbottona, anche se in questo momento tutti gli scenari sembrano possibili. Sul campionato di Promotion League lascia poi aperta una porta sul discorso promozione; ma, come dice nella intervista che abbiamo realizzato nei giorni scorsi, non è l’obiettivo prioritario della società che, ricordiamolo, è nelle mani dei russi (Ukrainets/Novoselky).


Direttore: la ripresa si avvicina. A che punto è il mercato del Chiasso?
In attesa, non dobbiamo fare molto.


Lei recentemente ha detto che ci saranno arrivi mirati e non solo per i prossimi sei mesi.
Assolutamente sì, se arriverà qualcuno sarà un giovane di prospettiva.


In quali condizioni psico-fisiche la squadra si prepara al campionato?
Si sta allenando con grande intensità ed entusiasmo.


Contro il Lugano avete disputato una buona partita.
Sì ma la strada è lunga e il lavoro da fare tanto.


Un calcio che piaccia alla gente e i giovani: sono i vostri obiettivi principali. Per la promozione vi chiamate fuori?
Non ci tiriamo fuori, ma non è la nostra priorità.


Fiducia confermata al mister Andrea Vitali?
Sì.



Secondo lei il Breitenrain è il grande favorito?
È ovvio che i punti di vantaggio pesano ma vedo molto bene il Bellinzona.


I bernesi però dovranno sistemare la questione licenza.
Come tutti.


Nicola: un tifoso del Chiasso e dell’Ambrì Piotta l’altro giorno ci ha detto: se in Leventina non ci fosse stato Lombardi il club sarebbe finito nel dimenticatoio. A Chiasso è stata la stessa cosa, senza Bignotti saremmo nei Minori. È d’accordo con questa lettura?
Lo ringrazio ma non è così. Il Chiasso è vivo grazie ad Andrey Ukrainets.


Tante volte lei è stato attaccato dai tifosi e pure dai mass media. Come vanno le cose, ora, con queste due importanti componenti del calcio?
Le critiche fanno parte del nostro lavoro, ma abbiamo ricevuto anche molti attestati di stima e li riceviamo tuttora .


È sempre difficile coinvolgere il territorio nelle vicende del club? Nel senso: aiuti locali ne arrivano?
Il Municipio è sempre molto disponibile e i nostri partner storici idem: vanno ringraziati sentitamente, siamo una piccola realtà e il loro aiuto è molto importante.


Il futuro di Bignotti: resterà a Chiasso anche nella prossima stagione?
Pensiamo al presente, come cantava Enrico Ruggeri “il futuro è un’ipotesi”.


Quali sono i vostri rapporti con gli altri club ticinesi e i loro proprietari?
I rapporti con il Lugano sono ottimi, è sempre un piacere discutere di calcio con dirigenti professionali e preparati, e ottimi pure con le società del Mendrisiotto.


In Ticino la collaborazione fra le società non sempre è funzionata in passato. Vero?
Ci sono stati degli alti e bassi ma come da altre parti.


Bellinzona resta sempre l’esperienza migliore della sua carriera?
Penso che ogni esperienza sia stata positiva, mi sono arricchito professionalmente e conosciuto professionisti capaci e persone che poi sono diventate amici.


Infine: sente ancora Baldo Raineri?
Certo che lo sento, come sento Abascal, Lupi e Mangiarratti.

MDD

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