Svizzera, 23 novembre 2021

Uccide il vicino di casa perchè "faceva troppo rumore", rischia 10 anni di carcere

Si è trattato di omicidio o assassinio? Il tribunale di Sierre, nel canton Vallese, deve tranciare tra due versioni dei fatti avvenuti che hanno portato alla morte di uno dei partecipanti a una lite domestica. I fatti risalgono al 25 novembre 2018. Tra le 5 e le 6 del mattino, l'imputato si trovava a casa sua insieme al vicino di casa, finchè è nata una disputa che si è terminata con la morte di quest'ultimo. Cosa ha scatenato la lite? Secondo l'imputato, l'ospite era ubriaco e faceva troppo rumore. Le parole si sono trasformate in pugni, prima che l'inquilino scegliesse di usare una mazza e una padella per colpire la testa e uccidere il malcapitato vicino.

Come riporta il "Nouvelliste", per il pubblico ministero, l'imputato "ha mostrato un disprezzo particolarmente odioso colpendo la vittima che era già a terra e quasi incapace di difendersi vista la sua massiccia assunzione di alcol. Per la procuratrice Catherine Seppey, l'imputato merita dieci anni di prigione e un'interdizione di 15 anni dal paese.

Dopo aver ucciso il vicino, l'aggressore, un trentenne portoghese, ha trascinato il corpo della vittima fino alla porta d'ingresso, dove ha cercato di pulire uno dei lati del divano sporco di sangue e poi ha chiamato il cellulare della vittima quattro volte. In seguito è uscito per un caffè, ha comprato delle sigarette, ha telefonato ai suoi genitori e infine è andato in un bar di Sierre a prendere "sacchi della spazzatura con una capacità di più di 35 litri". L'uomo
ha infine confessato quello che ha fatto a una cameriera che ha immediatamente avvertito le forze dell'ordine. Dopo averlo arrestato, la polizia ha scoperto la scena del crimine intorno alle 10 del mattino, insieme all'imputato, che è stato immediatamente imprigionato.

Per l'avvocato della famiglia della vittima, il 30enne "ha preso la vita di una bella persona per ragioni che sono futili". Ha agito metodicamente, perfettamente consapevole di aver mostrato una violenza estrema. Oltre a sottoscrivere l'accusa del deputato, l'avvocato della famiglia ha chiesto il risarcimento dei danni morali per un totale di 55'000 franchi.

L'avvocato dell'accusato ha invece presentato il caso in modo significativamente diverso: "Non è stato il mio cliente a provocare la vittima. Voleva salvarsi la vita prendendo una mazza e una padella. Ha lasciato che il suo istinto di sopravvivenza parlasse da solo. Non è un mostro. L'avvocato ha chiesto la riqualificazione del caso come omicidio, l'espulsione dal territorio per cinque anni e il risarcimento del danno morale limitato ai genitori della vittima.

L'ultimo a parlare è stato l'imputato, il quale ha detto che "si è pentito con tutto il cuore di quello che è successo". Non ho mai voluto causare la sua morte. È una tragedia. Non sarebbe mai dovuto accadere in questo modo". Resta da vedere se questo pentimento dell'ultimo minuto avrà smosso la corte. Il verdetto sarà noto mercoledì.

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