Il Tribunale penale federale di Bellinzona (Ticino) sta processando da lunedì mattina due uomini, accusati di sostegno e partecipazione a un gruppo estremista di matrice islamica. Questi due islamisti, un kosovaro di 37 anni e un 34enne con doppia cittadinanza svizzera e macedone, risiedevano nella regione di Ginevra.
Secondo quanto riportato da "24 heures" i due sono detenuti nel Canton Vaud da tre anni. Il più anziano dei due imputati avrebbe esercitato un'"influenza decisiva" all'interno di un piccolo gruppo chiamato "Fratelli di Viti", dal nome di una città del Kosovo. Si dice che ne abbia guidato la sede ginevrina, i "Fratelli di Ginevra", dal 2015.
Ideologicamente, questa cellula era vicina allo Stato Islamico. A Ginevra, i suoi membri avrebbero raccolto una trentina di seguaci. Tra loro figurano un convertito residente a Ginevra che in seguito si sarebbe unito allo Stato Islamico in Siria.
Una delle funzioni dei "Fratelli di Ginevra" era quella di finanziare il gruppo gemello creato in Kosovo, con l'obiettivo di stabilire uno Stato islamico governato dalla Sharia in una regione del Paese balcanico. Dal 2016 al 2022, la cellula svizzera avrebbe trasferito l'equivalente di circa 60'000-72'000 franchi svizzeri nei Balcani. Questo denaro proveniva in gran parte da frodi commesse dai due imputati.
I due rischiano fino a dieci anni di carcere per "partecipazione a un'organizzazione terroristica", tra le altre accuse.
                
				
                
                                
            
                    	
                



