Ticino, 19 novembre 2021

Parlano le vittime del ex-funzionario del DSS, "mi sono ritrovata in trappola"

La trasmissione Falò di giovedì sera era incentrata sull'ex funzionario pubblico che per trent'anni ha lavorato per il Dipartimento ticinese della Sanità e Socialità, condannato nell'aprile 2021 per coazione sessuale e violenza carnale. E, per la prima volta, le vittime dell’ex funzionario attivo nell’ambito delle politiche giovanili si sono espresse su quanto subito “affinché la società si doti di strumenti per evitare che fatti del genere si ripetano”.

"Quando ha visto tutti i miei rifiuti – racconta una delle vittime - è arrivato ad aggredirmi fisicamente, è stato veramente violento nei miei confronti. Sono dei fatti che si sono verificati per più anni con più persone, tutte molto giovani. Penso che a livello lavorativo, non è possibile che nessuno di sia accorto di niente", continua la ragazza. "Era molto carismatico, conosciuto in Ticino, faceva attività politica con grande successo. È chiaro che non c'era la diffidenza che si può avere con un perfetto sconosciuto".

Nella trasmissione emerge che le problematiche comportamentali dell'uomo erano conosciute all’interno del suo ufficio, al punto da coinvolgere il capodivisione sociopsichiatria cantonale per “capire come affrontare una persona che si comporta in maniera così aggressiva”. Il rapporto, nel 2004, è stato inviato al capo sezione risorse umane Raniero Devaux, che a suo tempo “non ravvisava violazioni di servizio tali da giustificare provvedimenti disciplinari”. Quale soluzione interna, al funzionario vengono tolti i compiti legati al Forum dei giovani e gli vengono assegnati funzioni amministrative. “Era l’agosto 2004 e mi illudevo, dopo un anno di abusi, di essermene liberata. Poche settimane dopo si è ripresentato e sono ricominciati gli abusi. Me lo sarei evitato se chi doveva faro, fosse intervenuto davvero”, testimonia una vittima. Tuttavia, “non
c’è mai stato alcun tipo di controllo”, aggiunge un’altra delle ragazze.

Le tre vittime intervistate, che al momento dei fatti avevano 14, 16 e 17 anni, raccontano il "modus operandi" del funzionario. "Ero al primo anno di apprendistato nell’ufficio dell’ex funzionario – racconta la ragazza allora 14enne - mi ha invitata a pranzo, ero a scuola e l’ho raggiunto”. Ma, al posto del pranzo la giovane ha trovato “la richiesta molto esplicita di un rapporto sessuale: non aveva tutti i vestiti addosso. Non ha ottenuto quello che voleva quando sono uscita dalla porta”.
Un'altra vittima testimonia quello che le è successo. "Una sera mi ha portato a casa sua e la situazione è degenerata: mi ha messo le mani addosso, ero completamente paralizzata per una cosa che non avrei mai concepito come possibile e mi sono trovata in trappola”. Da un’altro altro racconto è invece emerso che “a casa sua c’erano alcol e canne, ovvero tutto quello che non potevamo condividere con gli adulti, e piano piano tesseva la sua tela”.

Ciò è andato avanti fino alla denuncia che ha dato avvio al procedimento penale nel 2019. Il funzionario viene sospeso dal lavoro per 8 mesi. Fino ad allora, secondo aveva lavorato per 900 progetti a stretto contatto con giovani e gruppi privati che incontrava personalmente oltre ad aver partecipato a diverse manifestazioni a contatto con i giovani. "Non è possibile che nessuno si fosse accorto di niente nell'ambiente lavorativo" sostiene una delle vittime.

Concluso l'iter penale, come detto con la condanna dell'ex funzionario nel 2021, la vicenda potrebbe ancora avere risvolti politici. È infatti ancora pendente una richiesta di creare una Commissione parlamentare d’inchiesta o un audit esterno per fare chiarezza sull'operato dell'Amministrazione cantonale per fare luce sui molti punti ancora in sospeso.

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