Sport, 15 novembre 2021

“Da oltre 40 anni il basket aspetta il suo palazzetto!”

Il presidente del Lugano Alessandro Cedraschi e il Polo Sportivo e degli Eventi

LUGANO - La Lugano del basket ha sempre sognato di avere un palazzetto tutto suo. Già nella notte dei tempi, durante il boom, i tifosi delle quattro squadre che dominavano la scena svizzera (Federale, Pregassona, Viganello e Lugano Molino Nuovo) auspicavano e bramavano una struttura al’altezza delle ambizioni e anche dei mezzi delle singole società. A turno i vari Chico Frigerio, Adriano Bernasconi e Silvio Laurenti andarono alla carica: ma dal comune ricevettero solo promesse o rifiuti. Alessandro Cedraschi, attuale presidente dei Tigers Lugano, visse da giocatore quell'epoca e ancora oggi non si capacita come in passato la Città non sia mai riuscita a progettare qualcosa di veramente serio e concreto anche per quegli sport che non vanno per la maggiore (e sotto lo dice chiaramente nell'intervista rilasciata al nostro giornale). È vero: l’Istituto Elvetico è servito, eccome, alla causa della pallacanestro. A proposito - dice Cedraschi -“ ringraziamo comunque l’Elvetico per l’ospitalità che ci ha dato e che ci darà in futuro”. Ora: a 40 anni e oltre di distanza Lugano vivrà uno dei momenti decisivi per la costruzione di una casa per il basket (ma non solo, ovviamente) che possa ovviare a tutte le carenze strutturali che hanno in qualche modo frenato la crescita del movimento cestistico in città: lo sport con il passare del tempo si è modernizzato ed ormai tutte le città svizzere sono dotate di infrastrutture moderne per svariate discipline. Lugano – che si è sempre definita città sportiva - ha capito che deve cambiare marcia. Uno dei più seri interessati al nuovo Polo Sportivo e degli Eventi è proprio Alessandro Cedraschi, che da anni vede i suoi Lugano Tigers giocare all’ Elvetico, un istituto privato che ovviamente costringe i bianconeri ad autentici salti mortali quando sono in programma eventi di tipo religioso o culturale.



Cedraschi: dicevamo che da ormai circa 40 anni si continua a discutere di un palazzetto dello sport ma senza mai venirne a una. 
Innanzitutto mi sorprende che ci siano ancora degli oppositori. Chi lavora nell’amministrazione sa perfettamente che questa è una grande opportunità che non si deve mancare. In ballo c’è lo sviluppo dello sport e la miglioria della regione. I contrari a mio avviso sono politici da... corridoio. 
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Secondo lei che tipo di opposizione è quella inscenata da alcuni rappresentanti politici? 
In questa opposizione ci sono due tipi di politici: quelli che agiscono per partito preso o perché per antonomasia sonocontrari a tutto e a tutti, oppure ci sono coloro che non sono magari statiinterpellati sulla faccenda o che non vedono più in là del proprio naso.Bisogna sapere che il progetto è un beneficio per i nostri figli, non solo per lo sport ma anche per il radicale miglioramento che si vuole dare a tutta la zona di Cornaredo.


Non parliamo poi delle vetuste strutture per allestire i vari allenamenti, ovviamente anche per la pallacanestro.
Tutto lo sport ticinese è purtroppo vincolato alla scuola e questo non deve più esistere se si vuole veramente crescere ed essere competitivi. Le necessità degli sportivi sono cresciute, le necessità del pubblico sono aumentate, di conseguenza occorre fare dei tangibili progressi per quanto riguarda le infrastrutture. Se vogliamo fare un deciso passo avanti dobiamo essere dotati delle più moderne palestre e stadi.


Il palazzetto sarebbe davvero un toccasana per il rilancio del basket e non solo. 
Assolutamente, il discorso appunto riguarda gli sport di sala, che potranno vivere finalmente di luce piena. Io credo che, con il nuovo PSE, l’attrattività del nostro sport ci potrà portare un grande interesse, guadagnando la fiducia di potenziali nuove aziende. Anche gli altri sport di sala avranno le opportunità per avere maggiori riscontri positivi.


Recentemente su Teleticino ci hanno fatto vedere quanto vetusto sia l’interno dello stadio di Cornaredo.
Una situazione assurda. Una situazione che non può esistere, considerato che siamo entrati da tempo nella modernità.


Teme l'esito del voto?
Ogni votazione popolare ha le sue dinamiche, c’è chi vince e c’è chi perde. Impossibile entrare nella testa della gente, spero comunque che il risultato possa essere favorevole: questo è un progetto necessario oggi ma, soprattutto, per il futuro.

GIANNI MARCHETTI

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