La classifica non è tuttavia compromessa: a Belfast, contro una Irlanda tutto sommato modesta, basterebbe anche un pareggio per poi giocarsi tutto contro i lusitani a Roma. Eproprio nella terra di George Best, il cui non talento non è ancora esploso,succede l'incredibile. La partita in programma il 4 dicembre del 1957 perde il suo carattere ufficiale perché l'arbitro ungherese Zsolt non arriva in tempo a causa di un imprevisto ritardo. E allora i dirigenti irlandesi annunciano che il confronto avrà solo valore amichevole. Gli azzurri, dicono i britannici, non hanno accettato un arbitro locale per sostituire la giacchetta nera inviata dall'UEFA. Ma questa versione viene smentita dalla stesso organo internazionale che getta la responsabilita sui padroni di casa.
Comunque: la partita ha luogo ugualmente e finisce 2 a 2. Alla fine si scatena però il finimondo: i tifosi irlandesi invadono il campo e costringono i giocatori e lo staff ospite a fuggire negli spogliatoi. In un mare di polemiche viene in seguito programmata la ripetizione. Si gioca il 15 gennaio 1958 allo stadio Windsor Park. La squadra britannica non ha più nulla da dire ma tira fuori una prestazione tutta muscoli e testa. Il match si trasforma in una battaglia e gli italiani soccombono (1-2). È il loro primo tracollo della storia. Ne seguiranno altri: con la Corea del Nord nel 1966, con l' Ecuador nel 2002 e, infine, con la Svezia nel 2018. L interrogativo è dunque intrigante: ci sarà una nuova Belfast per gli azzurri. I tifosi svizzeri se lo augurano (bonariamente…).
JACK PRAN