Svizzera, 02 settembre 2021
UBS vuole conoscere l'etnia dei suoi dipendenti
UBS ha recentemente chiesto ai suoi dipendenti, tramite un formulario inviato via mail, quale fosse la loro etnia. Gli impiegati della banca svizzera possono scegliere tra quattro categorie: asiatici, neri, latinoamericani, bianchi. Un'altra opzione è "due o più gruppi etnici" o ancora "altro gruppo etnico" mentre l'ultima scelta è "nessuna risposta". La compilazione di questo questionario è comunque facoltativa. Per illustrare il documento, la banca ha corredato il formulario con una foto di otto tazze di caffè che vanno dal nero al bianco al marrone (visibile sopra).
Come riporta la NZZ, questo formulario ha creato un certo malumore tra i dipendenti. Interpellato, un portavoce della banca giudica il sondaggio come "centrale". UBS vuole usarlo per promuovere ulteriormente la diversità, l'uguaglianza e l'inclusione. "Ecco perché UBS vuole avere una migliore visione d'insieme della composizione etnica del suo personale in modo da poter identificare e affrontare eventuali sfide legate all'etnia", ha affermato. Queste informazioni, assicura, sono raccolte su base volontaria e trattate in modo confidenziale.
Per

sapere quanto sia usuale, nel mondo bancario, informarsi sulla composizione etnica del proprio personale, il quotidiano svizzerotedesco ha interpellato un'altra delle maggiori banche svizzere, il Credit Suisse. L'istituto bancario ha risposto che in alcuni paesi tali informazioni sono raccolte per garantire la correttezza e l'uguaglianza per tutti i dipendenti nel processo di assunzione e promozione. La raccolta di questi dati viene quindi presa in considerazione anche in Svizzera.
Interpellata, Daniela Frau, responsabile per le questioni di diversità all'Università di Zurigo, spera che un tale sondaggio possa giovare ai dipendenti. "Se un'azienda è impegnata nella diversità e vuole verificare se ci sono problemi di discriminazione o disuguaglianza, allora questa raccolta di dati è necessaria". Frau si rammarica tuttavia che il processo non sia sufficientemente spiegato e che questo possa generare malumori e paure di eventuali discriminazioni. Ann Forster, un'esperta di risorse umane, capisce anche la riluttanza dei dipendenti. "Non siamo abituati a questo tipo di sondaggi in Svizzera", conclude. "Ma altre aziende seguiranno", sostiene.