*Articolo dal Mattino della Domenica. Di Lorenzo Quadri
Ma nooo! Ma chi l’avrebbe mai detto! Nei primi sei mesi dell’anno di disgrazia 2021, questo sfigatissimo Cantone ha totalizzato un nuovo record di fallimenti di aziende. Secondo i dati pubblicati nei giorni scorsi dalla società di informazioni economiche Bisnode D& B, nel primo semestre di quest’anno in Ticino i fallimenti societari sono stati 138, ovvero +7% rispetto allo stesso periodo del 2020. Un andazzo in chiara controtendenza se paragonato al resto della Svizzera, che segna una media del -1%, ma con punte fino al -26% di Basilea.
E’ tuttavia record anche sul fronte della creazione di nuove imprese, che in Ticino sono state 1194 (+26% rispetto alla prima metà dell’anno scorso).
Già prima della pandemia
Per immaginare i motivi del record di fallimenti in Ticino non serve un premio Nobel. Già prima della pandemia da stramaledetto virus cinese, l’economia cantonale era fragile. La devastante libera circolazione delle persone voluta dal triciclo PLR-PPDP$ più Verdi-anguria ha portato all’invasione di distaccati e padroncini, che fanno concorrenza sleale agli artigiani ed alle piccole imprese locali. Si è addirittura appreso che nel 2020, virus cinese o non virus cinese - ed alla faccia della presunta “chiusura” delle frontiere - nel nostro Cantone il numero di lavoratori distaccati e di padroncini non è affatto diminuito rispetto al 2019: è anzi un po’ aumentato.
Senza contare l’assalto alla diligenza rossoblù ad opera dei frontalieri, sempre provocato dalla libera circolazione delle persone. Esso ha di fatto espulso migliaia di ticinesi dal mercato del lavoro. Non dimentichiamo poi il disastro provocato alla piazza finanziaria dalla calata di braghe dei politicanti triciclati in materia di segreto bancario. Un certo numero di senza lavoro ha quindi tentato, con alterne fortune, di mettersi in proprio. Il covid - e da noi la prima ondata è arrivata per colpa delle frontiere spalancate sulla Lombardia, che nella primavera 2020 era il principale focolaio d’Occidente - ha dato il colpo di grazia a chi già ciurlava nel manico.
Furbetti dell’italico quartierino
Aiuti federali
E’ poi evidente che la situazione attuale risulta dopata dagli aiuti covid federali e cantonali. Quando questi aiuti giungeranno a termine, si rischiano fallimenti a valanga. I contributi pubblici stanno mantenendo artificialmente in vita società decotte che sarebbero comunque fallite, anche senza la pandemia.
Per quel che riguarda il record sul fronte delle aperture di nuove imprese: prima di rallegrarsene, occorrerebbe saperne di più. Quale solidità hanno queste nuove società? Dureranno lo spazio di un mattino? Chi sono i titolari? Rientrano forse nel club dei furbetti dell’italico quartierino indicati sopra, e quindi all’impennata (?) di aperture farà seguito un’impennata di chiusure?
Moratoria sui permessi G!
Il record di fallimenti in Ticino è legato alla libera circolazione senza limiti che ha devastato il mercato del lavoro cantonale; e, di conseguenza, anche il tessuto sociale ed economico. Il peggio, come detto, deve ancora venire: ed arriverà con la fine degli aiuti covid. Già adesso i posti di lavoro diminuiscono, però il numero dei frontalieri continua ad aumentare. La prima cosa da fare per evitare il disastro è limitare la libera circolazione delle persone. Bisogna almeno contenere l’invasione di frontalieri, padroncini e distaccati. Sveglia! Subito una moratoria sui nuovi permessi G!