Sport, 10 maggio 2021

“Un mese meraviglioso che resterà nella storia”

Leandro Profico e le imprese del Rapperswil, rivelazione stagionale

RAPPERSWIL - Il grigionese di origini pugliesi Leandro Profico non dimenticherà tanto presto il mese di aprile 2021 durante il quale il suo Rapperswil ha mandato in frantumi i sogni di gloria del Bienne prima e del Lugano poi, due società che per blasone e investimenti sono fra le prime in Svizzera. Trenta giorni di pura follia hockeistica, in cui una piccola grande squadra è entrata, non invitata, al ballo dei potenti.


Pensiamo, a proposito, al budget delle altre tre semifinaliste (Zugo, Zurigo e Ginevra) e alle loro possibilità di allestire rose ambiziose o quanto meno importanti. Trenta giorni paradossali, quelli dei Lakers, vissuti a mille all’ora, sull’onda di un entusiasmo inarrestabile e irrefrenabile. Tomlinson, Nyffeler, Cervenka (per altro già campione del mondo!), Rowe, Wetter sono diventati gli eroi popolari di un mondo hockeistico ancora sotto choc per gli effetti della pandemia. Nomi che hanno agitato le coscienze e fatto traballare le certezze di molti addetti ai lavori. Di questo, e altro, “il Mattino” ha parlato con Leandro Profico, al quale non è parso vero che sia stata proprio la sua ex squadra, il Lugano, una delle vittime illustri dei sangallesi.


Leandro: che momenti…
Siamo partiti a fari spenti. Non avevamo nulla da perdere, non c`era pressione. Una bella cosa! Ma prima dell`inizio dei pre-playoff il Rapperswil aveva comunque dimostrato di avere i numeri per sorprendere. Abbiamo disputato una delle migliori regular season di sempre dal punto di vista del gioco e dell`efficacia. Ce ne siamo accorti tutti e grazie a questa consapevolezza ci siamo presentati alla fase finale del campionato.


Fuori il Bienne, e fuori soprattutto il Lugano...
I bernesi erano cotti e credo che le quarantene abbiamo influito sul loro fisico. Li ho visti stanchi. Il capolavoro l`abbiamo compiuto contro i bianconeri, giocando un hockey semplice e lineare, contro il quale il Lugano non ci ha capito nulla. Credo che la squadra ticinese abbia pagato a duro prezzo la stanchezza accumulata dai suoi migliori giocatori nella regular season. Contro di noi sbagliavano anche cose semplici e facili. A loro tutto riusciva difficile.. Al contrario, a noi tutto risultava più facile… Il nostro è stato comunque il successo di un gruppo, anche se Nyffeler è stato superlativo e gli stranieri incredibili. Ma alcune partite sono state decise
da giocatori della quarta linea (ne sa qualcosa il Lugano ndr).


Se le diciamo Jeff Tomlinson?
È stato lui l`artefice principale di questa bellissima e per certi versi incredibile stagione. Ma il suo lavoro parte da lontano. Con lui siamo saliti in National League nel 2018, vinto la Coppa Svizzera l`anno successivo e centrato le semifinali dei playoff nel 2021. Un percorso fatto di duro lavoro, scelte difficili e dell`applicazione di un gioco tutto nordamericano, grazie al quale siamo cresciuti in modo chiaro e inequivocabile.


Quali sono le caratteristiche principali del vostro coach?
Al di là delle sue conoscenze hockeistiche, Tomlinson è anche un aggregatore. Ha costruito un gruppo solido e solidale. Umanamente, poi, è certamente il numero 1. Non ho mai conosciuto in carriera un tecnico come lui. Disponibile, umile e sempre pronto a dire una buona parola per tutti. Mi dispiace che non sia stato confermato… 


Ecco, appunto...
La società e il direttore sportivo Jannick Steinmann, hanno deciso di cambiare filosofia . Dopo sei anni. Da un hockey di marca prettamente nordamericana, si passa a quello svedese, in cui si privilegia maggiormente il possesso del disco; si passa a Stefan Hedlund che lavorava nella Zugo Academy proprio al fianco di Steinmann.


Che farà Tomlinson?
Credo abbia delle offerte, anche se tutto dipenderà dalle sue condizioni di salute (non è ancora al cento per cento dopo il trapianto del rene ndr). Gli faccio tantissimi auguri. Nei giorni scorsi ha ricevuto tanti attestati di stima da parte di tutti i nostri affezionati tifosi, che in questi anni ne hanno apprezzato la serietà professionale e il suo approccio alla realtà sangallese. 


Tornando ai playoff. Siete diventati i beniamini del pubblico svizzero. 
Non lo so. Di certo abbiamo vissuto un`avventura meravigliosa e il fatto che anche io ne abbia fatto parte, mi rende molto felice. Per qualche settimana abbiamo volato in alto, sempre realisti, sempre umili. Alla fine siamo usciti contro lo Zugo. Ma vi assicuro che anche loro hanno visto la paura in faccia. Li abbiamo fatti tremare e questo è certamente un gran bel risultato.

MAURO ANTONINI

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