"Il 24 settembre 2020, a sorpresa, il Gran Consiglio ha bocciato l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sull’operato e le eventuali responsabilità dei funzionari dirigenti coinvolti nell’inchiesta sugli abusi sessuali commessi da B., quando era funzionario del Dipartimento sanità e socialità". Inizia così l'interpellanza al Consiglio di Stato firmata dai deputati Boris Bignasca, Sabrina Aldi, Tamara Merlo, Fiorenzo Dadò.
"Tale Commissione era stata richiesta da esponenti di quasi tutti i partiti, per verificare eventuali responsabilità̀ politiche e operative dell’allora Consiglio di Stato, dei funzionari dirigenti e dei servizi competenti, coinvolti a vario titolo nella gestione del settore della politica giovanile. Si volevano poter accertare azioni od omissioni non conformi alla legge, alla prassi o alle direttive interne; e, infine, si volevano valutare le misure adottate all’epoca e quelle eventualmente da adottare per evitare il ripetersi di casi simili. La maggioranza del Gran Consiglio ha purtroppo detto no. Le dure parole usate dal giudice Marco Villa, che aveva chiesto scusa alle vittime a nome dello Stato, non possono venir ignorate e non possono lasciare indifferenti. Bisogna far luce su quanto accaduto e questo soprattutto per evitare che ci possano essere altri casi simili e altre vittime in futuro".
E ancora: "In questi giorni – come riporta il Corriere del Ticino - si è inasprito in secondo grado il verdetto nei confronti dell’ex funzionario del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) che in primo grado era stato ritenuto colpevole di aver abusato di una giovane. La Corte di appello e di revisione penale (CARP) ha stabilito che il 61.enne «oltre a costringere la donna a un rapporto non completo, la stuprò». La fattispecie è dunque ben più grave così l’inasprimento consistente della pena".
Alla luce di quanto esposto, ecco le domande sottoposte al Governo:
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