Svizzera, 20 aprile 2021
Rifugiato a processo per tentato stupro, sesso con pecore, minacce e furti: "Mai vista una cosa del genere"
Vive in Svizzera solo dal 2015 ma ne ha già combinate di tutti i colori. Tentato stupro di una ragazza, sesso con animali, furti, consumo di droga, minacce contro dei funzionari e persino contro il ministero pubblico. “In venticinque anni di attività – ha ammesso il suo difensore d’ufficio, avvocato Rolf Rätz – non ho mai visto una cosa del genere”.
Lui, l’imputato, è un 33enne eritreo comparso alla sbarra ieri a Bienne per rispondere di una lunga serie di accuse. Come si legge sul Blick, il reato più grave che gli viene imputato è un tentativo di stupro ai danni di una ragazza avvenuto nel marzo 2020 a Brügg (BE).
Non solo. Il rifugiato viene anche accusato di essere entrato almeno sei volte in una stalla – sempre l’anno scorso e sempre nel canton Berna - e di aver ripetutamente abusato sessualmente di due pecore. Durante le sue incursioni in fattoria, avrebbe pure
commesso furti e danneggiamenti. E quando finalmente è stato scoperto dalla polizia, ha minacciato gli agenti con un coltello da cucina.
L’eritreo - scrive ancora il Blick - si è giustificato spiegando di essere un consumatore abituale di droghe e alcool. Un presunto esperto gli ha diagnosticato un “disturbo schizoaffettivo”. Il suo avvocato difensore ha quindi chiesto che non venga condannato ma curato con una terapia ambulatoriale.
Il ministero pubblico invece chiede 18 mesi di carcere e 8 anni di espulsione dalla Svizzera. Si noti che la procuratrice pubblica Verena Jezler ha ben motivo di considerare pericoloso l’eritreo. In un’occasione durante gli interrogatori lui ha minacciato di gettarle addosso un tavolo, di sputarle addosso, di uccidere il traduttore e infine di avere rapporti anali con lui.
Il processo si è concluso ieri. La sentenza è attesa per mercoledì.