Mondo, 05 aprile 2021

Tre giorni dopo l'attentato di Capitol Hill, "non se ne parla più perchè l'assalitore era musulmano"

Un ufficiale della polizia del Campidoglio a Washington è stato ucciso e un altro ferito venerdì scorso quando un uomo si è lanciato con la sua auto su di loro prima di schiantarsi contro un cancello di sicurezza. Il conducente è poi sceso dal veicolo con un coltello in mano prima di essere ucciso.

L'attacco è giunto tre mesi dopo che centinaia di sostenitori di Donald Trump si erano introdotti alla sede del Congresso a Washington, D.C. Allora, media e politici avevano parlato di "insurrezione" o ancora "colpo di stato" e l'episodio aveva fatto discutere nelle settimane seguenti. E questo nonostante i manifestanti non avessero ucciso nessuno e l'unica vittima accertata di violenza era stata una sostenitrice di Trump disarmata uccisa da un poliziotto con un'arma da fuoco.

Questa volta invece, nonostante le evidenti intenzioni violente dell'assalitore e il fatto che abbia ucciso un poliziotto in pieno giorno, la vicenda non fa discutere
come in gennaio. Questo perchè, secondo Andrea Morigi del sito "Libero Quotidiano", l'autore dell'attacco è un musulmano. Noah Green, questo il nome del terrorista, "soffriva di paranoia almeno dal 2019" e "aveva pensieri suicidi" scrive Morigi, aggiungendo che il 25enne afroamericano dell'Indiana si dichiarava un musulmano, aderente alla Nation of Islam di Louis Farrakhan.

In un messaggio del 17 marzo pubblicato su Facebook, firmato "Fratello Noah X", il giovane aveva scritto che credeva che Farrakhan fosse "Gesù, il Messia" e che fosse uno "strumento per il mio risveglio e il lavoro della vita". Di conseguenza, benchè la matrice terrorista e le motivazioni dell'assalitore sono facilmente identificabili, non stupisce se il presidente degli Stati Uniti Joe Biden nel suo messaggio di cordoglio lo ha ignorato e si è limitato a parlare di un "attacco violento" e non di terrorismo.

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