Sport, 14 febbraio 2021

7 stranieri? No grazie! Bolla suggestiva però…

Nostro sondaggio per capire come si può cambiare l’hockey svizzero

LUGANO - Nel mondo dell’hockey svizzero le discussioni tra gli addetti ai lavori e tra i mass media sono all’ordine del giorno: si cercano nuove formule per dare a questo sport gli impulsi necessari per trasformarlo in un vero e proprio business che generi spettacolo. Impresa tutt’altro che facile anche in un Paese come il nostro, già da tempo catapultato tra i migliori al mondo. Come in tutte le realtà continentali, pure nella Confederazione si cercano nuove strategie per trovare finalmente un assetto duraturo e solido, anche se la pandemia non aiuta di sicuro. Le idee, buone o cattive, non mancano.

Nelle scorse settimane la Lega ha messo le prime basi per il futuro, decidendo di allargare a sette il numero di stranieri a partire dal campionato 2022/2023. Dopo molte discussioni (alcuni club ne volevano addirittura dieci) è stata scelta una soluzione cosiddetta di compromesso, che però non sembra soddisfare tutti, anzi. Il Mattino della Domenica ha così lanciato un sondaggio per sapere cosa ne pensano alcuni esperti in materia. Ai nostri interlocutori abbiamo voluto porre cinque domande.

Le 5 domande 
1 . Come giudica la decisione della Lega di portare da quattro a sette gli stranieri dal torneo 2022/2023?
2. Quale sarebbe il numero ideale?
3. La pandemia sta condizionando non poco il campionato con molte partite rinviate e con il calendario letteralmente stravolto. Ha un senso andare avanti così?
4. I playoff si avvicinano sempre più. Sareste d’accordo di organizzare una “bolla” per la fase finale?
5. Cosa si può fare per migliorare l’hockey svizzero?

Stefano Sala - Teleticino
1. Non sono favorevole, anche perché non credo che facendo così si riesca a contenere i costi e gli ingaggi, oltretutto si creerebbe un danno per i giovani che avrebbero meno spazio sul ghiaccio nelle prime squadre. Il tutto con una logica ricaduta negativa sulla nazionale.
2. Il numero ideale è di quattro, va bene così e non vedo perché bisogna cambiare.
3. Sicuramente sì dal punto di vista sociale. Visto che la gente è praticamente obbligata a stare a casa, ha bisogno di vedere le partite e di vivere le emozioni.
4. Sono concorde per quanto riguarda la “bolla”, sarebbe la soluzione ideale e le piste per realizzare questa idea non mancano.
5. Spero che il “prodotto”, ossia il campionato, non cambi perché, pandemia a parte, mi sembra che funzioni dal profilo appunto emotivo.

Patrick Della Valle - Teleticino
1. È una decisione che fa parte di un pacchetto più ampio per cercare di contenere maggiormente i costi e per livellare verso l’alto il valore del campionato. Personalmente sono tuttavia molto scettico, non credo che questa sia la strada giusta, i grandi club continueranno a reperire giocatori esteri costosi, contrariamente alle altre società che dovranno ingaggiare stranieri meno cari.
2. Attualmente siamo abituati a vederne quattro che a mio avviso è il numero ideale.
3. Ha un senso, bisogna andare avanti, anche se la classifica è difficilmente interpretabile vista anche la differenza delle partite giocate. Occorre proseguire poi, alla fine della regular season, si faranno i conti valutando magari la classifica “punti a partita”.
4. Sarebbe il caso di inserire la “bolla”, ma non è possibile. La questione è già stata discussa e si era già pensato a Davos. I costi previsti però non sono sopportabili dai nostri club. Ci sarebbero anche due piste moderne ma, come detto, lo sforzo economico appare improponibile.
5. I club facciano meno spese folli, attualmente girano cifre immorali. Tocca a loro cercare di contenere icosti, i dirigenti devono prendere coscienza che così non si può più andare avanti.

Flavio Viglezio - Corriere del Ticino
1. Una scelta abbastanza negativa, un modo per risparmiare sui costi ma che alla fine creerà dei problemi ai giovani, che avranno più difficoltà a trovare spazio in prima squadra.
2. Tra i quattro e i cinque
stranieri, come ai tempi in cui il Lugano, nel 2006, ha vinto il suo ultimo titolo.
3. È vero che stiamo vivendo un campionato stranissimo, non direi falsato, tuttavia appare un po’ irregolare. Insomma, l’obiettivo quest’anno era di salvare… il salvabile, altrimenti alcune società avrebbero rischiato d una brutta scossa finanziaria visti gli sponsor. Lo sappiamo, è un po’ triste andare avanti così, ma occorre portare a termine questa stagione.
4. In teoria sarebbe la soluzione ideale, ma noi non siamo la NHL. Mettere otto squadre in una “bolla” con i relativi costi alle stelle non so se francamente sia realizzabile.
5. Ce ne sarebbero tante di proposte da fare. Proporrei alle varie squadre di schierare obbligatoriamente 2-3 giovani U21/U22, oltretutto considerando che il campionato non prevede relegazioni.

Moreno Invernizzi - La Regione
1. Personalmente la soluzione mi sembra piuttosto azzardata, anche perché si darebbe poco spazio agli svizzeri e quindi la nazionale elvetica rischierebbe.
2. A mio avviso quattro, non vedo perché bisogna cambiare l’attuale formula, mi sembra vada bene.
3. Bisogna continuare poi vedremo più in là. Magari si arriverà a disputare il 75% delle partite se la pandemia continuerà ad esercitare la sua pressione. Alla fine si capirà se disputare i playoff o se chiudere anticipatamente.
4. Sì, anche se appare difficile poter realizzare una “bolla”. In Svizzera non abbiamo le necessarie infrastrutture per questa formula. Idea impossibile da realizzare.
5. Avere un calendario più regolare evitando di inflazionare le partite. Metterei dunque un tetto al numero totale di sfide.

Alessandro Tamburini - RSI
1. Sono molto scettico per due motivi: innanzitutto avrei preferito che attorno al tavolo si potessero sedere tutte le parti in causa prima di prendere qualsiasi decisione, compresi i giocatori, la Federazione e l’apparato della Nazionale. Inoltre credo che sette stranieri siano davvero troppi, impedirebbero la giusta evoluzione dei giovani.
2. Restare a quattro o, in caso di promozione del Kloten dalla Swiss League (portando a 13 le compagini di National League), provare a tornare a cinque come alcuni anni fa. I cinque ricoprirebbero i ruoli chiavi, ossia portiere, difensori, due centri ed uno scorer.
3. È giusto provare a continuare perché la gente vuole ancora delle emozioni tramite la televisione. Poi si vedrà se la pandemia condizionerà ulteriormente la stagione o se si dovrà chiudere prima.
4. Mi stupisce che questa soluzione non sia stata pensata prima, pur essendoci delle evidenti difficoltà logistiche. Ora non credo ci sia più il tempo per pensare a questa appendice.
5. Migliorare le infrastrutture, ossia aumentare il numero delle piste, più connessioni con le scuole e con gli altri sport e pensare a dei poli sportivi – come quello futuro a Lugano – per formare i giovani e non per le prime squadre.

Doriano Baserga - giornalista
1. Personalmente non sono favorevole perché temo che i giovani possa pagarne le conseguenze, ossia non trovare spazio nelle prime squadre. Di conseguenza anche la nazionale subirebbe un grave contraccolpo. Avrei preferito restare a quattro giocatori esteri.
2. Il numero ideale, come detto, è di quattro stranieri, dobbiamo proteggerei nostri giovani.
3. Innanzitutto spero di non più assistere ad un campionato senza pubblico, anche perché causerebbe delle perdite anche e soprattutto finanziarie. Speriamo di concludere il torneo con i playoff.
4. La “bolla”? Si potrebbe fare a Davos, ce l’ha insegnato la Coppa Spengler. Ci sono le infrastrutture, si potrebbe fare considerando lo stato d’emergenza che stiamo vivendo.
5. Portare la National League a 14 squadre, con Kloten ed Olten, club che hanno grandi tradizioni. Inoltre proporrei di stilare un calendario “intelligente”, ossia rendere più fluido il programma, anche dal punto di vista geografico, evitando alle formazioni estenuanti trasferte in un lasso di tempo ristretto.

GIANNI MARCHETTI

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