Mondo, 24 gennaio 2021
Jihadista nato e cresciuto in Svizzera catturato in Siria
Un cittadino italiano, nato e cresciuto in Svizzera, è stato recentemente catturato in Siria dove aveva trascorso gli ultimi anni a combattere fra le fila del Fronte Al-Nusra, il braccio siriano di Al-Qaeda. Nel frattempo è stato estradato nel suo paese d'origine su richiesta delle autorità italiane.
La vicenda del jihadista è riportata in un articolo della Tages Anzeiger. L'uomo, che si chiama Stefano C., ha 24 anni, ed è cresciuto nel canton San Gallo dove, con il suo permesso C, aspira a diventare un pugile professionista prima di decidersi finalmente per un apprendistato come elettricista.
A malapena maggiorenne, si sposa con una cittadina turca naturalizzata tedesca, unione da cui nascerà subito un figlio. Per il Tages Anzeiger, vi è il forte sospetto che la moglie abbia avuto un ruolo decisivo nella radicalizzazione del giovane italiano. I tre, marito, moglie e il figlio
appena nato, si trasferiscono in Siria nel 2014. Nel paese mediorientale la coppia avrà altri 3 figli, mentre Stefano combatte contro l'esercito siriano nel nome della "Guerra santa".
Ma la situazione cambia con il ritiro e la disintegrazione dei gruppi jihadisti in Siria. Stefano comincia a preoccuparsi per la sua sorte e quella della sua famiglia e si mette quindi in contatto con i servizi segreti italiani, che lo convincono ad arrendersi. Il giovane si reca quindi al confine tra la Turchia e la Siria, dove si arrenderà e da dove sarà poi estradato verso l'Italia.
Da notare che in Svizzera l'uomo si faceva chiamare Franz Huber per diffondere la sua propaganda e, secondo il Tages-Anzeiger, era "molto probabilmente" in combutta con tale Alperen A., un jihadista turco naturalizzato svizzero residente nel canton Turgovia e che attualmente langue in una prigione turca.