La Lega dei Ticinesi, proprio oggi, taglia il traguardo dei 30 anni di vita. Il 17 gennaio del 1991 viene infatti ufficializzato Movimento con la nomina di Giuliano Bignasca quale Presidente a vita. Pochi mesi dopo, in aprile, il neonato lascia a bocca aperta, di stucco, senza fiato i grandi vecchi ottenendo alle elezioni cantonali il 12,8% dei consensi popolari. I suoi rappresentati possono sedere in Gran Consiglio. Comincia così la lunga cavalcata della Ticinesi. Ma com’è stato possibile tutto questo? Chi può raccontarci, ci siamo chiesti, qualche aneddoto particolare e che aria tirava in quel Ticino di inizi anni ’90? Abbiamo trovato Claudio Mésoniat, giornalista oltre 40 anni, già direttore del Giornale del Popolo. Come solo lui sa fare ci illustra, con la sua penna arguta, come era percepito il fenomeno Lega in quegli anni. Comincia così la sua riflessione, ricordando un amico.
Il progetto
Un’amicizia non finisce mai, può solo crescere. Per ora è, diciamo, ferma, congelata nel ricordo che, quando me lo chiedono, rinnovo volentieri per metterlo un po’ più a fuoco, ma aspetto con grande curiosità di ritrovare questo amico là dove l’amicizia potrà diventare vera del tutto e svolgersi nella continua scoperta, senza fine, della novità dell’altro. Quella con Nano Bignasca era nata (inizio anni 90) da una circostanza terra terra, quando con tre amici pieni di iniziativa ma tutti spiantati si voleva ristrutturare un baretto a Molino Nuovo e si cercava un imprenditore edile col quale si potesse tirare sul prezzo nella certezza che non ci fossero poi sorpassi di spesa.
L’incontro
Ci fu indicato Bignasca, che aveva l’ufficio a pochi passi dal nostro locale e che godeva fama di garantire prezzi “chiavi in mano”. E così fu, litigio dopo litigio, superando tutti gli ostacoli e le “sorprese” edilizie e giungendo in porto senza scostarsi dalla cifra pattuita, che avevamo raccolto a fatica. Imparai due cose di Bignasca: primo, che con lui bisognava saper litigare alzando la voce a livelli di decibel inauditi, e in questo ero ben dotato anch’io; secondo, che l’uomo era generoso, al di là di una prima scorza da imprenditore d’assalto. Ne nacquero poi almeno un paio di cose interessanti.
Università, avevano visto giusto
La prima fu la rimessa in stato di abitabilità di una catapecchia in cui furono ospitati alcuni ragazzi in difficoltà che diedero inizio a una lunga esperienza