LUGANO - Raffaele Sannitz scalpita e lo possiamo capire. Il 6 settembre scorso è stato vittima di un incidente stradale nella galleria San Fedele di Roveredo (Grigioni). Un frontale provocato da una vettura che era andata in contromano. L’incidente poteva avere conseguenze ben più gravi ed invece il bianconero se l’è cavata con una lussazione ad una spalla, mentre la sua compagna ha subìto lieve ferite. Raffaele è stato perciò costretto a “fermarsi” ed ha iniziato un delicato lavoro di riabilitazione che dovrebbe terminare fra un mese circa. Una brutta botta, anche se lui sta lavorando sodo per poter rientrare nei ranghi. Il giocatore momò è uno dei giocatori più rappresentativi del club, tra l’altro è l’ultimo rimasto (con Chiesa) della squadra che ha vinto il titolo svizzero del 2006, dei “fenomeni” Nummelin, Peltonen e Metropolit.
Con Sannitz abbiamo voluto fare il punto della situazione parlando del presente ed anche del suo futuro, visto che il suo contratto scade alla fine di questo campionato.
Raffaele: partiamo dal suo incidente avvenuto nella galleria di Roveredo.
Stavamo viaggiando verso nord tranquillamente quando, all’improvviso ci siamo trovati sulla nostra corsia una vettura che andava in contromano. Francamente non sapevo cosa fare, tutto è accaduto velocemente. L’uscita dell’airbag ci ha in un certo senso salvato, anche se ho rimediato una brutta lussazione di una spalla. La mia compagna ha rimediato qualche livido ma nient’altro. Ma ci è andata bene: pensando alla dinamica del fatto possiamo ringraziare la dea bendata.
Raffaele sta lavorando sodo per tornare in pista. A che punto siamo con la riabilitazione?
Sto seguendo un programma di lavoro molto pesante, anche a livello fisioterapico. Da tre settimane sono comunque tornato sul ghiaccio, anche se la mia preparazione prosegue separatamente ed è seguita dal preparatore atletico. Per ora evito ancora i contatti fisici, quando comincerò a farli, allora potrò vedere finalmente la luce in fondo al tunnel. La spalla sta migliorando e questo mi rende molto fiducioso.
Le hanno detto quando potrà riprendere la competizione?
No, per ora si continua a lavorare poi si vedrà con l’equipe medica. È prematuro dirlo. È importante vedere come reagisce la spalla quando è sotto pressione. C’è anche la fascia muscolare che deve ritrovare la sua efficacia. Il campionato, pur essendo solo alle prime battute, è già parecchio “monco”, con partite rinviate e con una classifica, almeno per ora, difficilmente interpretabile. È un torneo davvero difficile da organizzare, anche perché ci sono incontri – come quello che avremmo dovuto giocare martedì contro il Ginevra a Lugano – annullati e rinviati all’ultimo momento. Questo Covid 19 sta davvero condizionando tutto e tutti. Ti prepari per tutta la settimana e poi vedi tutto sfumare, non è certamente una bella sensazione.
Parliamo di questo Lugano: che ne pensa della squadra?
A mio avviso è un collettivo competitivo, con delle ottime individualità. Una squadra sicuramente in grado di recitare una parte importante in questo campionato.
Il Lugano ha delle possibilità di lottare per il titolo?
Io dico di sì. La squadra appare completa in ogni reparto, ha le linee tutte pericolose, un collettivo che quando esprime il massimo delle sue potenzialità è difficile da battere. Il torneo appare molto equilibrato, anche se difficilmente interpretabile vista la pandemia. Ci sono varie compagini che possono giocarsela alla pari, sono però sicuro che anche il