Svizzera, 19 ottobre 2020

"I terroristi devono poter essere espulsi, se no Svizzera fuori dalla CEDU"

I terroristi devono sempre poter essere espulsi, indipendentemente dagli accordi e dalle convenzioni firmate dalla Svizzera. È quanto chiede, in sostanza, il Consigliere nazionale Lorenzo Quadri in una mozione al Consiglio federale. Una mozione che Quadri ha inoltrato a seguito della brutale uccisione di un insegnante francese a Parigi venerdì scorso, decapitato da un rifugiato ceceno di religione musulmana.

“Il problema del terrorismo islamico – si legge nella mozione - a seguito dei flussi migratori, è destinato ad acuirsi. Le conseguenze potrebbero essere tragiche anche in Svizzera, che a metà settembre a Morges ha registrato la prima morte a seguito di un atto terroristico islamico sul proprio territorio”, spiega l'esponente leghista.

“In base alla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo, come pure della Convenzione di Ginevra sullo statuto dei rifugiati (articolo 33), non sarebbe possibile l’espulsione di uno straniero o di un rifugiato, nemmeno se quest’ultimo è un terrorista islamico, se l’espulsione lo metterebbe in pericolo”, continua Quadri, secondo cui “le disposizioni internazionali di questo tenore, entrate in vigore in Svizzera svariati decenni fa non sono più compatibili con la realtà attuale”.

Per questo motivo il deputato leghista chiede che la Convenzione sullo statuto dei rifugiati come pure la CEDU vengano modificate “in modo che tutti gli immigrati che presentano legami con il terrorismo islamico, e costituiscono pertanto un pericolo per la sicurezza della Svizzera, possano in ogni caso essere espulsi”.

Di seguito il testo integrale della mozione presentata da Lorenzo Quadri:
 

Mozione al Consiglio federale

Terroristi islamici che “non possono” venire espulsi: Svizzera fuori dalla Convenzione di Ginevra sullo statuto dei rifugiati e dalla CEDU, se queste non vengono modificate in tempi brevi

Testo

La Svizzera si impegni affinché la Convenzione sullo statuto dei rifugiati e la CEDU vengano modificate in tempi brevi in modo che l’espulsione di terroristi stranieri sia sempre possibile. Se ciò non avvenisse in tempi rapidi, la Svizzera disdica la propria adesione a queste Convenzioni.

Motivazione

La brutale uccisione di un insegnante nei pressi di Parigi, decapitato da un terrorista islamico per aver mostrato in classe, durante una lezione sulla libertà d’espressione, le vignette su Maometto pubblicate da Charlie Hebdo, ha giustamente scioccato il mondo.

style="margin-bottom: 0in"> Il terrorista assassino è (era, essendo stato abbattuto dalla polizia) un giovane ceceno. La sua famiglia ha ottenuto asilo politico in Francia per sentenza giudiziaria che ha smentito la decisione in senso contrario dell’amministrazione pubblica.

Il tragico fatto di sangue pone ancora una volta il tema degli asilanti-terroristi, o che hanno legami con il terrorismo islamico. Il problema, a seguito dei flussi migratori, è destinato ad acuirsi. Le conseguenze potrebbero essere tragiche anche in Svizzera, che a metà settembre a Morges ha registrato la prima morte a seguito di un atto terroristico islamico sul proprio territorio.

In base alla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo, come pure della Convenzione di Ginevra sullo statuto dei rifugiati (articolo 33), non sarebbe possibile l’espulsione di uno straniero o di un rifugiato, nemmeno se quest’ultimo è un terrorista islamico, se l’espulsione lo metterebbe in pericolo.

Il tenore dell’articolo 33 della Convenzione sullo Statuto dei rifugiati è il seguente:

Art. 33 Divieto d’espulsione e di rinvio al confine

Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche.

Disposizioni internazionali di questo tenore, entrate in vigore in Svizzera svariati decenni fa (la Convenzione sullo statuto dei rifugiati è in vigore nel nostro Paese dal 1955, la CEDU dal 1974), non sono più compatibili con la realtà attuale, caratterizzata dalla diffusione del terrorismo islamico in Occidente, Svizzera compresa, anche ad opera di sedicenti rifugiati.

La Convenzione sullo statuto dei rifugiati come pure la CEDU vanno dunque modificate in modo che tutti gli immigrati che presentano legami con il terrorismo islamico, e costituiscono pertanto un pericolo per la sicurezza della Svizzera, possano in ogni caso essere espulsi.

La Svizzera deve dunque impegnarsi affinché gli accordi internazionali in questione vengano modificati nel senso indicato.

Se ciò non avvenisse in tempi rapidi, la Svizzera deve denunciare le convenzioni in oggetto.

Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi

 

 

 


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