Qualcosa sembra muoversi sul fronte del nuovo accordo fiscale tra Italia e Svizzera, da cui dipenderà la futura tassazione dei frontalieri dopo che la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga ha incontrato, la scorsa settimana, il suo omologo italiano Sergio Matarella (vedi articoli correlati). Se da una parte, assicurano i due, la firma dovrebbe essere imminente diverse voci provenienti da oltreconfine sostengono che per i frontalieri attualmente impiegati in Ticino poco o nulla dovrebbe cambiare e che il nuovo accordo sarebbe valido solo per i frontalieri assunti in seguito alla firma dell'intesa.
È l'ipotesi che avanza il portale italiano "La Provincia di Como", il quale in un articolo pubblicato venerdì e intitolato "Accordo fiscale con la Svizzera, Tasse in Italia solo per i nuovi frontalieri" si sostiene che i frontalieri che già lavorano in Svizzera saranno in pratica esenti dall'applicazione dell'accordo.
Nell'articolo il portale italiano cita Sergio Aureli, descritto come "esperto fiscale nelle relazioni fiscali tra Svizzera e Italia" ma in realtà un funzionario italiano di UNIA residente a Lugano (a meno di un curioso caso di omonimia, ma ne dubitiamo). "Di sicuro – afferma Aureli nell'articolo della Provincia di Como - sarà un accordo che dovrà trovare un equilibrio tra vecchi e nuovi frontalieri e sicuramente non sarà a costo zero per i lavoratori".
Secondo Aureli ciò che sarebbe ancora irrisolto nella vertenza tra Svizzera e Italia riguardante l'accordo fiscale sarebbe una questione di dati. "I dati dei frontalieri – continua il funzionario UNIA - verranno forniti all’Italia? Solo nel momento in cui l’italia sarà in possesso dei nominativi dei lavoratori frontalieri potrà creare un sistema fiscale ad hoc, dando così corso alle differenziazioni che dovrebbero essere alla base del nuovo accordo: frontalieri di categoria A e di categoria B, vecchi e nuovi frontalieri. Indipendentemente da come verranno classificati, tutto il ragionamento parte dal presupposto che servirà conoscere i nominativi dei lavoratori, non solo il numero complessivo dunque, ma anche il nome e cognome di ciascuno. Questo perché per creare una tassazione ad hoc bisognerà avere un’anagrafica dettagliata dei lavoratori frontalieri. Anagrafica che dovrà essere messa a disposizione dell’Agenzia delle Entrate. Ad oggi la Svizzera comunica unicamente il numero dei frontalieri all’Italia, ripartiti per Comune di residenza.