*Articolo dal Mattino della Domenica. Di Lorenzo Quadri
E ti pareva! Per l’ennesima volta, il governicchio federale si dimostra succube dei paesi vicini, terrorizzato da eventuali rampogne dei balivi di Bruxelles, e quindi… giù le braghe ad altezza caviglia! Anche quando ci va di mezzo la salute pubblica degli svizzeri!
Il tema, lo si sarà capito, è ancora lo stramaledetto virus cinese: quello che ci ha impestati per colpa della libera circolazione e delle frontiere spalancate (altro che “il virus non si ferma ai confini”, vero kompagno Berset?).
Risalgono i contagi
Accade ora che i contagi da covid stanno risalendo un po’ ovunque; in Ticino per il momento siamo ancora ben messi, speriamo che duri. In altri Cantoni non è così. Soprattutto non è così in altri Stati. In particolare, in Francia si assiste da settimane ad un’impennata delle infezioni. Si pone quindi con prepotenza il tema delle quarantene per persone che arrivano da paesi UE a noi confinanti.
Quarantene farlocche
Già sappiamo che le quarantene decretate dai camerieri di Bruxelles in Consiglio federale sono farlocche. E’ lapalissiano: le quarantene hanno senso solo se vengono anche fatte rispettare. Ciò implica dei controlli sistematici ai confini. Ma, per i soldatini della partitocrazia internazionalista e sovranofoba, il solo pensiero dei controlli alle frontiere è intollerabile. Non sia mai! “Bisogna aprirsi”! Devono entrare tutti!
Geometria variabile
Adesso arrivano anche le quarantene a geometria variabile. Perché la priorità del governicchio federale non è certo quella di evitare i contagi, bensì di garantire che i frontalieri possano continuare ad entrare in Svizzera qualsiasi cosa accada. Se ciò comporta un rischio sanitario oppure no è irrilevante. Soprattutto adesso. Il 27 settembre è vicino ed i camerieri di Bruxelles da settimane stanno facendo il lavaggio del cervello ai cittadini: vogliono far credere che senza l’INVASIONE di permessi G, senza l’immigrazione incontrollata, la Svizzera va in palta. Quindi non si possono (sa po' mia!) fermare i frontalieri. Altrimenti si scoprirebbe che la Svizzera va avanti lo stesso e che la casta internazionalista sta raccontando un sacco di palle.
Esclusione a priori?
Ora, la gestione delle quarantene su scala regionale è senz’altro sensata. Se - per restare in Francia - in Normandia il virus cinese dilaga, mentre vicino ai nostri confini la situazione è tranquilla, non ha senso mettere in quarantena i frontalieri.