Svizzera, 20 luglio 2020

Per politici e giornalisti il libro Stop Islam di Magdi Allam

Un’iniziativa del Guastafeste per migliorare la conoscenza sull’Islam ed i suoi pericoli

La moschea di An'Nur a Winterthur, nella quale molti giovani si sono radicalizzati
Lo scorso anno il fondatore del movimento politico “Il Guastafeste”, Giorgio Ghiringhelli, aveva inviato ai 90 deputati in Gran Consiglio una copia del libro della giornalista ginevrina Mireille Vallette intitolato “Le radicalisme dans les mosquées suisses” (che può essere letto gratuitamente sul sito “Boulevard de l’islamisme” ) nel quale si denuncia la preoccupante diffusione del radicalismo islamico nelle moschee svizzere, che avviene nell’indifferenza generale . Ora Ghiringhelli sta organizzando un’importante spedizione a politici e giornalisti dell’ultimo libro dell’ex-musulmano italo-egiziano Magdi Cristiano Allam, intitolato “Stop islam”, nel quale l’autore, dopo aver dimostrato che l’islam è incompatibile con le leggi laiche, le regole della civile convivenza e i valori della sacralità della vita, propone di “rimettere fuori legge l’islam, come ha fatto l’Europa per 1400 anni”, e ciò allo scopo di prevenire guerre di religione o istigate dal razzismo. Abbiamo rivolto alcune domande al promotore di questa iniziativa.

Come mai ha deciso di promuovere la diffusione di questi libri? 

Purtroppo nel nostro Paese, per non dire in tutta l’Europa, la stragrande maggioranza dei politici e dei giornalisti sottovaluta i pericoli dell’islamizzazione in corso ormai da una cinquantina d’anni, e fa finta di ignorare che l’obiettivo degli islamisti è quello di sostituire la democrazia con la sharia (come ben il 50% dei giovani musulmani francesi con meno di 25 anni vorrebbe che avvenisse: vedi rapporto dell’Istituto Montaigne intitolato “La Fabbrica dell’islamismo” pubblicato in Francia nel 2018). E quindi ho pensato di fare qualcosa di concreto per contribuire a migliorare la conoscenza dei politici e dei giornalisti sull’islam.

Cosa rimprovera ai politici?

Le strategie messe in atto dagli islamisti per sottomettere l’Europa al volere di Allah passano attraverso la continua ricerca di una maggior visibilità negli spazi pubblici (ad esempio diffondendo l’uso del velo islamico) e l’ottenimento di tutta una serie di concessioni legate alle pratiche religiose Per portare avanti questa strategia gli islamisti contano molto sull’ indifferenza, per non dire compiacenza, di una classe politica che, per ingenuità o ignoranza della materia, accoglie tutte le loro richieste suscitando perfino le ire dei musulmani moderati. Ad esempio: in un suo recente libro dedicato alla crescente diffusione del radicalismo islamico nelle moschee svizzere, la musulmana zurighese Saïda Keller-Messahli ha accusato la classe politica di aver non soltanto troppo a lungo sottovalutato lo sviluppo dell’islamismo, ma di averlo “deliberatamente” ignorato. E la coraggiosa donna ha invocato una politica di tolleranza zero nei confronti degli islamisti.

E ai giornalisti cosa rimprovera?

Sarebbe auspicabile che quando si occupa di islam la stampa ticinese, anziché dar spazio quasi a senso unico e in modo acritico a certi esponenti di associazioni islamiche in odor di radicalismo che non ce la raccontano giusta, desse più spazio anche ai critici dell’islam in grado di smascherare le loro bugie (come ad esempio Magdi Cristiano Allam, ma anche il politologo italo-francese Alexandre Del Valle, l’esperto vodese di diritto islamico Sami Aldeeb, la giornalista Mireille Vallette ecc.). In quest’epoca di mobilitazione planetaria contro il razzismo, solo l’ignoranza della materia o la paura di essere tacciati di razzisti impediscono ai giornalisti di dire certe sgradite verità, ossia che i testi sacri dell’islam insegnati nelle moschee europee e le stesse preghiere rituali islamiche sono impregnati di razzismo e contribuiscono a diffondere odio e violenza verso tutti i non musulmani (e in particolare ebrei e cristiani), impedendo in tal modo l’integrazione dei musulmani
e una loro pacifica convivenza nella nostra società. Solo affrontando di petto queste spinose questioni, anziché schivarle per evitare fastidi, la stampa potrà contribuire a fare una corretta informazione e a dare la sveglia ai politici. 

Ma proporre di mettere fuorilegge l’islam in Europa non è un po’ eccessivo?

Magdi Cristiano Allam sa di cosa parla, e nel suo libro dimostra l’incompatibilità dell’islam con la società occidentale. Certo, nell’epoca del politicamente corretto sarà quasi impossibile mettere in atto una simile proposta, perché l’islam si fa scudo della libertà di religione e così molti non si rendono conto che in realtà abbiamo a che fare con un’ideologia totalitaria di stampo fascista, violenta, e razzista. Un pericolo mortale per l’Europa, che nel secolo scorso aveva già provato sulla pelle di milioni di persone cosa significhi tollerare la diffusione di ideologie totalitarie. Sono convinto che se non si avrà il coraggio di dichiarare fuori legge l’islam le alternative a media scadenza saranno solo due: o la sottomissione a un dittatoriale Califfato islamico (e conseguente sostituzione della democrazia con la sharia) o lo scoppio di sanguinose guerre civili a sfondo etnico-religioso.

A chi verrà inviato il libro “Stop islam”? 

Grazie ad alcuni sostenitori del Guastafeste ho proceduto all’acquisto di 170 copie del libro, che sono già state inviate ai dieci deputati ticinesi a Berna e ai cinque consiglieri di Stato; attualmente sto procedendo alla spedizione ad alcune decine di giornalisti e in settembre prevedo la consegna ai 90 deputati del Gran Consiglio.

Ci sono già state reazioni ?

Qualche deputato a Berna mi ha ringraziato. Un giornalista, invece, non ha nemmeno voluto che gli spedissi il libro, con la motivazione che “bandire una religione da una società civile, evoluta, democratica e “liberale” è una proposta abnorme, inaccettabile, grave e peraltro impossibile” e che “in una società liberal democratica matura le derive integraliste di varia natura si combattono sia con le leggi in vigore, sia rafforzando la proposta chiara della storia culturale (e dunque anche religiosa) e morale che quella società ha espresso e sulla quale si è costruita”. Evidentemente il giornalista in questione non ha idea di cosa sia l’islam (ma ahinoi non è l’unico), e comunque da un addetto all’informazione mi sarei aspettato che almeno leggesse il libro prima di condannarlo.

E cosa gli ha risposto ?

Non gli ho risposto perché sarebbe stato tempo perso: non c’è peggior sordo di chi non vuol udire. A parer mio é da ingenui credere che si possano sconfiggere gli intolleranti islamisti con la tolleranza o aggrappandosi alla storia cultural-religiosamorale espressa in passato dalla nostra società: tanto più in quest’epoca in cui la nostra società tende ad autocolpevolizzarsi per il proprio passato colonialista e schiavista e chiude invece entrambi gli occhi sul pesante passato colonial-schiavista (tuttora perdurante …) di quell’islam che sta colonizzando l’Europa con l’obiettivo di trasformarla in un Califfato islamico, e che il razzismo ce l’ha nel suo DNA…. “Dal 630 d.C. in avanti la Storia non ricorda casi in cui l’integrazione di islamici all’interno di società non islamiche sia riuscita” aveva detto qualche anno fa il defunto Giovanni Sartori, il più importante politologo italiano del secondo dopoguerra. E aveva aggiunto: “Cercare di integrare l’islam nella nostra società è un rischio da non rischiare”. E’quel che Magdi Allam sta cercando da anni di farci capire…

MDD

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