Ticino, 06 luglio 2020

Economia locale? La RSI promuove la spesa in Italia

Il canone più caro d’Europa non basta: ci vuole pure la pubblicità della Bennet

Il Mattino lo aveva annunciato già due settimane fa. E lo ha ripetuto la scorsa domenica. Sabato sera (27 giugno) sono in effetti giunte le prime segnalazioni. Tra il Quotidiano ed il Telegiornale, quindi nella fascia di massimo ascolto, sulla RSI LA1 è andata in onda una pubblicità dei supermercati italiani Bennet.

Quindi la TV di Stato, non contenta di incassare 260 milioni di Fr all’anno dal canone più caro d’Europa che tutti sono costretti a pagare (anche chi non ha una televisione né una radio, anche chi è cieco o sordo), e lo sborsano pure le aziende, arrotonda le già stratosferiche entrate pubbliche con réclame di supermercati del Belpaese.

Abbiamo dunque un’emittente finanziata con denaro pubblico svizzero che fa propaganda alla spesa in Italia, ovvero che sostiene l’economia del Belpaese. Ulteriore aggravante: questo accade proprio quando in Ticino sia l’ente pubblico che le associazioni economiche esortano a sostenere i commerci locali, duramente colpiti dalle conseguenze del coronavirus. Lo abbiamo ormai sentito in tutte le salse: a causa dello stramaledetto virus cinese, ci aspetta la più grande crisi economica del Dopoguerra. Del che, evidentemente, ai piani alti della RSI poco importa: tanto lì hanno il lauto stipendio garantito a vita con i soldi del canone. Naturalmente l’inutile e stra-lottizzata CORSI non ha nulla da dire al proposito. Nemmeno la solita partitocrazia PLR-PPD-PS più Verdi. Le uniche proteste arrivano dalla “destra”.

Dopo il “No Billag”…

E’ un dato di fatto che, dopo la votazione sulla “criminale” iniziativa No Billag, la RSI è ulteriormente degenerata. La propaganda politica di sinistra (pro-UE, pro libera circolazione delle persone, pro-frontiere spalancate, promigrazione, pro-isterismo climatico, pro-multikulti, pro-manifestazioni del cosiddetto “Black lives matter”, e naturalmente sempre contro gli odiati sovranisti) viene senza remore spacciata per servizio pubblico. E la campagna politica contro l’iniziativa “Per la limitazione”, su cui voteremo il 27 settembre, a Comano è iniziata da tempo.

Gli annunciati risparmi, come pure le promesse di emendarsi dalla faziosità di $inistra, che venivano ripetute come un mantra prima della votazione No Billag (“bocciate l’iniziativa così potremo cambiare”), sono cadute nel dimenticatoio la sera stessa della votazione. Con la nuova direzione, la situazione potrebbe pure peggiorare. Ed
infatti, al proposito dei papabili alla cadrega che verrà liberata dal kompagno Maurizio Canetta, circolano delle voci da incubo. Si può solo sperare che rientrino nel campo delle fake news.

La vocazione

Il bello è che, nel dibattito sulla citata iniziativa “no Billag”, la Pravda di Comano la remenava proprio con il legame col territorio. La pubblicità della Bennet in piena crisi da coronavirus ben dimostra quale sia questo legame. Del resto, spendere in Ticino i soldi guadagnati in Ticino suona tanto sovranista e becero. Quindi contrario alle posizioni di una TV pubblica che fa il tifo da stadio per le frontiere spalancate. Spalancate, ovviamente, anche per il turismo della spesa.

Vista la vocazione internazionalista della RSI, che l’emittente di regime il canone Serafe lo vada a chiedere oltreconfine. Del resto, già collabora generosamente con giornalisti italiani reclutati tra le fila della Repubblica e del Manifesto.

Solo un esempio

La pubblicità della Bennet sulla RSI LA1 altro non è che l’ennesimo esempio di come la casta svenda il Ticino al Belpaese, ciò che accade sia nelle cose piccole che in quelle grandi. Alcuni esempi recentissimi: - Ristorni dei frontalieri: versati 90 milioni di franchetti senza un cip; - Giggino Di Maio invitato in Ticino a fare propaganda all’Italia come destinazione turistica; - Calata di braghe in tempo di record sull’apertura delle frontiere con il Belpaese. Perché i vicini a sud hanno bisogno dei ticinesotti che fanno la spesa in Italia e dei turisti svizzeri; - Niente tassa per i fungiatt italici perché tutti devono poter saccheggiare i nostri boschi (ed i talebani ro$$overdi si oppongono al patentino perché questi non sono ambientalisti, bensì spalancatori di frontiere); - A Campione il commissario straordinario trattiene la metà dei soldi che arrivano da Roma per appianare i debiti cumulati nei confronti del Ticino e li usa per finanziare i privilegi salariali di dipendenti ed ex dipendenti del Casinò. Ma naturalmente da parte elvetica neanche un cip. - Adesso abbiamo pure la TV di Stato, finanziata con il canone più caro d’Europa, che si presta a fare propaganda alla spesa in Italia, contro gli interessi dei negozi ticinesi.

Avanti così che andiamo bene…

Lorenzo Quadri / MDD


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