BELLINZONA - I contagi risalgono e il Cantone indice una conferenza stampa, una di quelle che erano ormai divenute appuntamenti fissi nei mesi più difficili della pandemia. Presenti Raffaele De Rosa, Consigliere di Stato, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, Paolo Bianchi, Direttore della Divisione della salute pubblica, Giorgio Merlani, Medico cantonale e il Cap. Elia Arrigoni, Ufficiale della Polizia cantonale.
De Rosa: "Assembramenti al massimo a 30 persone, nei locali pubblici come ristoranti e discoteche, a 100"
"Dopo il mese di giugno, in cui la situazione è risultata relativamente ferma sui contagi, questa settimana a cambiare sono state soprattutto le tendenze, anche se i numeri per fortuna sono ancora bassi, sotto la decina. Oggi registriamo 7 nuovi casi. Abbiamo già avuto modo di esprimerci sulla velocità con cui il Governo Federale ha allentato le misure, soprattutto quelle relative alla presenza di molta gente. Molti cantoni caldeggiavano di mantenere gli assembramenti a 30 persone, ora dobbiamo agire come Cantone, dato che siamo in una situazione non più particolare".
"Dobbiamo apportare correttivi mirati sin da oggi affinchè la situazione possa essere gestita. Come noto, dopo che un giovane è risultato positivo nel test sistematico dell'esercito, sono state messe in quarantena molte persone presenti in un locale. È stato un grande lavoro, calcolando che un terzo dei nominativi fosse falso. Abbiamo deciso per misure a tutela della salute pubblica, per salvaguardare l'attività di indagine ambientale, che riteniamo fondamentale".
"Le misure sono state adottate dal Consiglio di Stato oggi ed entrano in vigore immediatamente. Si torna al limite degli assembramenti a 30 persone, con divieto per trovarsi in più. Gli ospiti, che possono essere presenti nella ristorazione, discoteche ecc possono essere al massimo 100 per serate. Queste strutture devono raccogliere i dati degli avventori e controllarsi con un documento d'identità e il controllo del numero. A chi lavora nei locali pubblici è caldamente raccomandato l'uso della mascherina. Abbiamo chiarito la procedura per chi rientra da un paese a rischio, che deve mettersi in quarantena: queste persone devono annunciarsi entro due giorni al massimo dal rientro alla hotline cantonale".
"Crediamo che così si possano scongiurare misure più drastiche che tutti vogliamo evitare. Ricordiamoci cosa ci hanno insegnato quei giorni così duri, mantenendo alta la guardia per noi e per gli altri".
Merlani: "Identificati due focolai chiari"
"Sembra che qualcosa si stia muovendo anche in Ticino. Cambia la tipologia di persone positive ed anche sono mutate le necessità di contact tracing. Prima mediamente una persona positiva imponeva una messa in quarantena di 2-3 persone in media. I nuovi casi sono soprattutto giovani e casi importati. L'apertura delle frontiere e quelle delle strutture hanno portato durante gli incontri dei giovani a diffondere il virus. I casi di ieri, al di là del Woodstock, parlano di una persona di 40 anni che ha portato a 3 quarantene, una di 23 a 7, una di 19 anni a 20, una persona di 20 anni a 14 quarantene, un bambino che fortunatamente sta bene a 5 quarantene".
"Il caso più eclatante è stato quello della recluta. A noi la sua positività è stata comunicata mercoledì, abbiamo visto che era stato al Woodstock, abbiamo messo in quarantena 223 persone. Due di esse hanno presentato sintomi sospetti e sono state inviate al medico. 25 persone erano al locale in orari diversi per cui non ci sono stati contatti col caso indice. Mancano 35 persone che non siamo riusciti a contattare, riceveranno a breve un messaggio per contattare la nostra cellulare. Mi preme ribadire che se facciamo tutti le cose bene riusciamo a andare avanti, se ci sono dei disturbi nel sistema, che comunque non è perfetto, è un problema. Pensiamo a un terzo che lascia un recapito falso o illeggibile crea problemi. Meno male che tanti ragazzi hanno preso contatto attivamente, tramite il 117 o il 144 e sono stati recuperati. È evidente che la mobilità e la crescita dei casi in Svizzera Interna, oltre alle feste. necessitano misure, se vogliamo evitare una crescita. Non possiamo parlare di seconda ondata, i casi sono bassi. Le misure entrano in vigore oggi, ma si vedranno fra 10 giorni, per cui dobbiamo agire adesso. Esse ci permettono di bloccare le attività che hanno mostrato di aver bisogno ancora di misure. Tutte le altre attività aperte avevano registrato zero nuovi casi, qui invece qualcosa di diverso c'è stato e vanno messi dei correttivi per permettere le aperture e non far salire i casi".
"Ci sono legami epidemiologici fra i nuovi casi, abbiamo identificato due focolai piuttosto chiari. L'altra parte a rischio sono i rientri all'estero, c'è l'ordinanza a livello federale che aiuta. Lo stesso appello che ha fatto il Ticino alla Svizzera Interna lo ha fatto adesso la comunità serba ai concittadini".
Bianchi: "Ecco perchè abbiamo potuto prendere queste misure"
"Dal 19 giugnola situazione straordinaria, che permette all'autorità federale di adottare i provvedimenti necessari, non c'è più. Siamo in una situazione particolare, dove le misure le adottano i Cantoni, ma Berna può aggiungere misure. e lo ha fatto regolamentando alcuni aspetti. La Confederazione non ha adottato nessun tipo di limite sugli assembramenti, tenendo conto che nella brevissima consultazione che vi è stata, dato che in situazione particolare i cantoni devono essere sentiti, 2/3 aveva chiesto il limite massimo di 30 persone e 1/3 aveva espresso parere contrario. La decisione permette ai Cantoni di mantenere la loro autonomia e di decidere caso per caso".
"Nell'ordinanza la Confederazione ha legiferato nuovi limiti per le manifestazioni: per gli esercizi pubblici con consumazione in piedi e per i locali notturni ha dato un limite di 300 persone al massimo. Questa è la situazione con cui si è convissuto nelle ultime settimane. Da questo punto i cantoni non avrebbero competenze. Vi è però un'eccezione, a cui possiamo appellarci, cioè che i cantoni possono temporaneamente adottare dei limiti inferiori se il sistema di tracciamento dei contatti rischia di non essere praticabile. È la situazione in cui ci potremo trovare, pensiamo al caso del Woodstock. Non tutto è stato fatto secondo le prescrizioni, ma è comunque inevitabile".
"Nei numeri citati dal dottor Merlani ci sono alcuni militari (non abbiamo i risultati definitivi) non tutti hanno fatto la festa sabato sera come è stato detto. Ma è possibile che da questo evento o da altre situazioni di fine anno scolastico e di ritrovi nascano altre situazioni analoghe che mettano in crisi il contact tracing. Appellandoci a questa clausola, il Governo ha deciso di limitare il numero di persone ammesse nei locali pubblici. Si introducono anche delle limitazioni sugli assembramenti, vanno un po' di pari passo".
"Sapevamo che una delle sfide più grandi era seguire la situazione, poterla prevedere, tenendo conto dei dieci giorni che passano per vedere l'effetto delle misure. Accanto a queste misure, abbiamo anche ripreso la decisione dal Canton Zurigo di un paio di giorni fa di pretendere maggior rigore nella verifica dei dati di identità che vengono forniti agli esercizi pubblici".
"Di queste misure abbiamo informato anche l'autorità federale, ottenendo il sì dal punto di vista giuridico. L'esperienza vissuta e l'eco dei riscontri avuti attraverso il concact tracing ha fatto riflettere sugli appelli che l'epidemia non è finita. Penso che un certo rigore ci sarà. Questi provvedimenti non ci fanno tornare ai tempi più bui, pensiamo che con essi si possa concinvere per evitare una ripartenza esponenziale".
Arrigoni: