Ticino, 24 giugno 2020

Medico del traffico si cambia, niente più pagamenti anticipati e tariffe fisse

Il Gran Consiglio ha approvato, un pò a sorpresa, l'iniziativa "Basta con le vessazioni contro gli automobilisti", presentata dal deputato UDC Paolo Pamini (UDC), accolta oggi dalla maggioranza del Parlamento con 42 voti favorevoli, 33 contrari e 6 astenuti.

Dopo un dibattito piuttosto acceso i deputati hanno quindi deciso che in futuro non sarà più necessario il pagamento anticipato delle prestazioni del medico del traffico, vi sarài un limite tariffale di 180 franchi l’ora (250 franchi per i casi più complessi) e il medico non potrà più effettuare analisi di laboratorio da lui stesso richieste.

È stato quindi bocciato il rapporto di maggioranza firmato dal liberale radicale Alessandro Cedraschi (Plr) e dal direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, mentre le proposte dell’iniziativa parlamentare elaborata di Paolo Pamini (Udc) sono state invece accolto dai deputati. Grazie a un cambio di maggioranza rispetto a quanto uscito dalla Commissione sanità e sicurezza sociale, con la Lega che dopo aver firmato con riserva il rapporto di maggioranza in Aula ha poi sostenuto il rapporto di minoranza di Tiziano Galeazzi (Udc).

All'origine del voto odierno una sentenza del Tribunale amministrativo cantonale del luglio dello scorso anno che dava ragione all'avvocato Tuto Rossi, sentenza che stabiliva che le perizie effettuate dal medico del traffico sono illegali. 

Il Tribunale aveva accertato che non era "possibile affermare che la perizia della dottoressa de Cesare" si fondasse su "un impianto sufficientemente verificabile e attendibile" e che la perizia era "scarnamente motivata e non priva di contraddizioni".

Una sentenza su cui oggi si è ritornato il consigliere di Stato Norman Gobbi: "Non è raccontando storie e cercando di continuare a raccontarle che si rafforza il rapporto di fiducia tra autorità e cittadino. La sostanza è più importante della forma, i fatti contano di più".

Affermazione a cui ha replicato il deputato democentrista Sergio Morisoli: "Siamo felici che questo rumoreggiare abbia smosso qualcosa. A scanso di equivoci nessuno qua dentro, tra i contrari o i favorevoli, si sta domandando se sia giusto sanzionare chi si pone in una situazione criminosa sulla strada. Stiamo dibattendo sulla metodologia utilizzata nell'applicare la pena. Nello stato di diritto la forma è altrettanto importante della sostanza. Lo Stato ha concentrato troppo potere su una persona sola, il medico del traffico. Non è enfatizzando le vittime della strada che risolveremo il problema. E non è alzando la tariffa del medico del traffico che avremo meno vittime sulla strada".


Lo stesso promotore dell'iniziativa Paolo Pamini, ha cercato di giustificare i torni forti utilizzati anche nella stesura delle richieste: "Come
vi sentite nel permettere a dei professionisti di guadagnare più di mezzo milione l'anno con questa attività? Noi vogliamo mettere un freno a questa situazione. Nulla impedisce alla sezione di concordare dei forfait che siano ragionevoli".

L'approvazione a sorpresa dell'iniziativa si spiega, come detto, dal cambiamento di posizione della Lega, posizione che viene spiegata dal deputato Andrea Censi: “Giustificare le tariffe dicendo che il medico del traffico è un libero professionista non sta in piedi. Se è vero che opera in piena autonomia, è altresì vero che chi si reca in questa struttura lo fa su richiesta dell’autorità”. Persone che, riprende il deputato leghista, “per colpa di una cena allegra hanno perso il lavoro e, impossibilitate ad anticipare le laute tariffe richieste, hanno problemi anche a livello lavorativo, affettivo e personale: è gente che ha perso lavoro, dignità e salute”.

Il Ppd, che non aveva ancora preso posizione finora, alla fine si è schierata con il rapporto di minoranza e quindi a favore dell'iniziativa. Decisione motivata dal fatto, spiega il deputato Lorenzo Jelmini, che “chi ha commesso degli errori non può essere confrontato a costi e spese esorbitanti, che diventano una doppia pena per chi è meno abbiente”. L’anticipo delle spese per il granconsigliere popolare democratico “presuppone una sorta di presunzione di morosità del cittadino nei confronti dello Stato e la tariffa oraria stabilita nell’iniziativa è congrua”.

Non è quindi riuscito a difendere il suo rapporto Alessandro Cedraschi: “Le richieste – ha affermato il deputato PLR nel suo intervento - sono state formulate partendo da qualche caso usato ad arte da qualche azzeccagarbugli e sono fondate sulla cultura del sospetto”. Di più: “Le parcelle in Ticino sono nettamente inferiori rispetto al resto della Svizzera, e i medici applicano le proprie tariffe in base alla complessità dei casi e alla difficoltà della perizia: comprendendo costi amministrativi e delle analisi di laboratorio”. Tariffe sulle quali per Cedraschi “nemmeno si può entrare in materia, agendo loro da liberi professionisti. Come sono i medici a doversi esprimere sul frazionamento del pagamento, non è competenza dello Stato”.

Contrari all'iniziativa invece i socialisti, per cui l'interessamento del Parlamento agli automobilisti è mal riposta, con la co-presidente Laura Riget che ha replicato all’intervento di Censi che “vessazioni, trattamenti ingiusti, lacrime e perdita di dignità sono termini che vorremmo sentire per le persone che faticano ad arrivare alla fine del mese, per le donne pagate meno degli uomini, per chi fugge dalle guerre o per le vittime degli incidenti stradali: non per alcuni automobilisti incoscienti”.

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