Ticino, 26 aprile 2020
Quadri: "Aeromorto: grazie rossoverdi, governicchio e virus!"
Su queste colonne l’avevamo già scritto all’indomani della svalvolata decisione del governicchio cantonale di cancellare le elezioni comunali “per motivi psicologici”. Una “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi) che serve solo a fare un regalo alla partitocrazia spalancatrice di frontiere, la quale rischiava l’asfaltatura causa coronavirus. L’accaduto è di gravità inaudita: i cittadini sono stati privati del diritto di scegliere i propri rappresentanti istituzionali.
La decisione di annullare le elezioni comunali comportava giocoforza l’annullamento anche della votazione sull’aeroporto prevista oggi. Se avesse cancellato le elezioni per motivi partitici (altro che psicologici) ma avesse mantenuto la votazione sull’aeroporto, il governicchio avrebbe rimediato una figura di palta di proporzioni epiche.
Ma già il rinvio di svariati mesi della votazione sull’aeroporto ne segnava la condanna a morte. Perché i soldi per arrivare fino a fine aprile c’erano. Quelli per andare oltre, no.
L’aeroporto era dunque già morto nel momento in cui il governicchio ha deciso di cancellare le votazioni comunali, assecondando una pretesa della $inistra, la stessa che voleva trasformare lo scalo in un campo di patate.
Con la liquidazione controllata di LASA annunciata nei giorni scorsi, il Municipio ha dunque scelto l’unica via possibile per salvare il salvabile: l’aeroporto manterrà un “nocciolo duro” di attività nonché le certificazioni, in vista del trapasso ad investitori privati. Nessuno sa se in futuro l’aviazione di linea tornerà a Lugano.
Il costo umano dell’operazione:

60 persone rimarranno a piedi. Degli attuali 72 dipendenti, ne resteranno infatti solo 13.
Chi possono ringraziare questi 60 nuovi disoccupati per la perdita dell’impiego?
- I ro$$overdi ed i $indakalisti che hanno lanciato il referendum per far chiudere l’aeroporto; - il governicchio che ha cancellato la votazione sul referendum; - lo stramaledetto virus cinese.
I disoccupati? Li assumeranno i referendisti
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Adesso, senza farsi problemi, i Verdi pretenderebbero che la città di Lugano assumesse i dipendenti dell’aeroporto che perderanno il posto grazie (anche) al loro referendum. Ma come, kompagni Verdi: il vostro sogno era trasformare l’aeroporto in un campo di patate. Quindi di lasciare a piedi tutti i dipendenti (compresi i 13 che invece si “salveranno”). Siete stati accontentati. Quindi, fate il piacere di dimostrare un minimo di coerenza: i futuri disoccupati li farete lavorare voi, assieme ai vostri compari di cordata referendaria.
Ad esempio, almeno la metà li potrebbe assumere il $indakato UNIA. Troppo facile strillare, come sempre fa la $inistra, che lo Stato (nel concreto: la città di Lugano) DEVE. A seguito della crisi economica da coronavirus, la città dovrà invece risparmiare, e non poco. Perché è chiaro che di alzare il moltiplicatore non se ne parla nemmeno. Di certo Lugano non potrà permettersi di assumere ulteriore personale senza averne la necessità. I disoccupati di altre aziende che chiudono i battenti, o quelli della piazza finanziaria, mica li assume lo Stato. Ma, come sempre, per i kompagni ci sono disoccupati di serie A e disoccupati di serie B.
Lorenzo Quadri, dal Mattino della Domenica
