Ticino, 05 aprile 2020
Zali: "Ho chiesto io che la tassa di collegamento non venisse riscossa retroattivamente"
di Claudio Zali
Lo scopo della tassa di collegamento è quello di combattere le derive di un traffico veicolare diventato insopportabile, in particolare negli orari di punta in cui le auto dei frontalieri provocano la paralisi del sistema viario, specie nel Mendrisiotto e nel Luganese.
Non si vuole fare cassetta, ma disincentivare l’utilizzo individuale dell’autovettura per recarsi al lavoro.
È evidente che un disincentivo può essere efficace solo per il futuro e non retroattivamente, ragione per cui il Consiglio di Stato, su mia proposta, ha già deciso che non ci sarà prelievo retroattivo.
È altrettanto evidente che in questo momento di emergenza sanitaria ed economica è impensabile fare entrare in vigore quanto deciso da Parlamento e

popolo ticinese, con l’avallo del Tribunale federale. La messa in vigore per il periodo di prova di tre anni previsto dalla legge medesima deve oltretutto essere preceduta una fase di preparazione (censimento dei posteggi, individuazione di quanti sono potenzialmente assoggettati, ecc.) che durerà indicativamente per tutto il corrente anno. A quel momento sarà il Consiglio di Stato a determinarsi sulla data di entrata in vigore della legge.
Visto come l’argomento è stato oggetto di immediata strumentalizzazione da parte dei grandi generatori di traffico e di certi politici al loro servizio (quelli che a suo tempo avevo chiamato “soldatini”), cui la sentenza del Tribunale federale è visibilmente andata di traverso, mi riprometto di tornare sul tema settimana prossima per fare un po’ di chiarezza.