Ticino, 24 marzo 2020

Coronavirus in Ticino, le autorità: "Le parole di Berna ci hanno ferito. Noi orgogliosi della popolazione"

Le autorità cantonali si sono ritrovate oggi a Palazzo delle Orsoline per aggiornare la popolazione ticinese circa l’emergenza coronavirus nel nostro Cantone. Alla conferenza hanno preso parte il medico cantonale Giorgio Merlani, il direttore del DSS Raffaele De Rosa e il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta.


Le dichiarazioni dei protagonisti
 

Vitta: “Le decisioni prese le riteniamo indispensabili verso i cittadini ticinesi che hanno il chiaro obiettivo di rallentare la diffusione del virus. Alcune affermazioni oltre Gottardo ci hanno ferito e il Ticino ha reagito con orgoglio: noi vogliamo dire ai cittadini che noi ci siamo, abbiate fiducia e siamo convinti che la maggioranza della popolazione svizzera ha capito ed è con noi. Quello che noi stiamo vivendo adesso, alcuni cantoni lo vivranno tra qualche giorno. Abbiamo chiesto al Consiglio Federale che i nostri concittadini e le nostre aziende non vengano penalizzate. È confortante e ci dà forza vedere un Cantone unito nel volere superare questa crisi. Dietro questo obiettivo comune vi è un’unità di intenti, potete starne certi. Il Governo è fiero della popolazione ticinese. Grazie di tutto cuore. Ne sono certo: uniti ce la faremo”.
 

De Rosa: “Nei dati di ogni giorno non leggiamo solo picchi o curve. Leggiamo la storia di donne e uomini, famiglie, amici e conoscenti messi alla prova da un virus subdolo e invisibili. Siamo coscienti di chiedere molto alla popolazione. Ringrazio chi con senso di responsabilità sta seguendo le raccomandazioni delle autorità. Non vogliamo arrivare a misure estreme come il coprifuoco perché siamo sicuri che tutti capiscano la gravità della situazione. Un pensiero lo rivolgiamo a chi sta affrontano la malattia lontano dai propri affetti, così come a chi sta affrontando il lutto aspettando di potersi abbracciare con i propri cari. Il virus non conosce generazioni: ci tocca a tutti. Anche ai giovani-adulti. È fondamentale che tutti comprendiamo necessità immediata di tenere

le distanze e seguire le direttive. È per questo che il Ticino ha deciso di sospendere tutte le attività non essenziali. Il Governo ha sempre messo al primo posto la salute dei cittadini e, ve lo giuriamo, continuiamo a farlo.
 

Merlani: “Oggi abbiamo 1211 casi confermati alle 9:00 con 53 decessi. L’evoluzione delle cifre è altalenante perché spesso nel weekend si registra un rallentamento. Il fatto che oggi siano 47 casi in più è di difficile interpretazione. Possiamo cominciare a guardare i dati in maniera ottimistica. Abbiamo 235 ospedalizzati, 50 ricoverati in terapia intensiva e 48 intubati. Noi guardiamo le cifre di giorno in giorno ed è difficile guardare a lungo termine. Spesso si tratta di casi vulnerabili, ma è importante non dare falsa impressione che tutti siano al sicuro. Serve responsabilizzare ogni singolo cittadino. Alla Carità di Locarno il più giovane ricoverato ha 38 anni, 40 anni quello in intensiva, 82 anni la più anziana. Ci sono anche casi di decesso sotto i 65 anni, anche se legati a patologie importanti. Ma è importante sottolineare che la problematica non è esclusivamente limitata agli anziani. Più tamponi? Stiamo valutando la possibilità di introdurre dei "check point" mirati sul territorio per individuare nuovi casi. 8 decessi su 53 sono avvenuti in case anziani. 

Vitta: “Si sono annunciate 10mila aziende per il lavoro ridotto. Vi è però una continua evoluzione. Non abbiamo rilevato casi eclatanti di licenziamenti collettivi. Siamo fiduciosi che Berna comprenda le nostre decisioni. Ci aspettiamo che domani il Consiglio Federale dichiari la sua posizione apertamente e manifesti appoggio ad aziende e cittadini per quanto riguarda gli strumenti che la Confederazione ha messo in campo. Gli altri Cantoni stanno manifestando comprensione e solidarietà per le nostre azioni. Non accetteremo atteggiamenti ricattatori da Berna"

 

 

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