Ticino, 04 marzo 2020

Potrà restare in Svizzera (per ora) un pedofilo italiano residente nel bellinzonese

Può restare in Svizzera il 52enne italiano residente nel Bellinzonese che nel 2016 venne condannato a una pena detentiva di nove mesi per ripetuti atti sessuali con fanciulli e pornografia. Il Tribunale federale ha infatti accolto il ricorso presentato dall’avvocato Elio Brunetti per conto dell’uomo.

La revoca del permesso del domicilio era stata decisa dal Dipartimento delle istituzioni alla luce della condanna del 2016. Una condanna che non era la prima. Già nel 1997 l’uomo era infatti stato riconosciuto colpevole di ripetuti atti sessuali con fanciulli. Inoltre nel corso del processo del 2016, svolto davanti alla Corte delle Assise correzionali presieduta dalla giudice Rosa Item, era emerso che in passato l’imputato aveva già colpito in altre due occasioni, ma non era stato denunciato.

Sempre nell’ambito della procedura penale era stata chiesta una perizia psichiatrica, che aveva stabilito una diagnosi di pedofilia. Tuttavia la corte aveva optato per una condanna piuttosto lieve, tenendo conto del fatto che l’imputato aveva agito in stato di scemata imputabilità
di grado medio nonché della violazione del principio di celerità (arrestato e posto in detenzione preventiva nel gennaio 2012, l’uomo era stato processato solo più di quattro anni dopo).

Sebbene il cittadino italiano fosse nato e cresciuto in Svizzera, la sua espulsione pareva dunque giustificata da motivi di ordine pubblico. Così, su ricorso, si sono espressi anche il Consiglio di Stato e il Tribunale cantonale amministrativo. Ma il Tribunale federale ha deciso altrimenti. Non perché la decisione ticinese non fosse valida ma perché il Tribunale cantonale amministrativo non ha inserito nel dossier una relazione dell’Ufficio del patronato che avrebbe dovuto essere considerata.

I giudici federali hanno quindi rinviato la causa al Tribunale cantonale amministrativo, affinché esprima un nuovo giudizio considerando anche la citata relazione dell’Ufficio del patronato. Nel frattempo il cittadino italiano può restare in Svizzera, mentre lo Stato del Canton Ticino è tenuto a versargli 2'500 franchi per le spese giudiziarie.

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