Svizzera, 10 febbraio 2020

La 15enne Sandra e suo padre aggrediti e minacciati da tre richiedenti l'asilo, “mi hanno puntato una pistola alla tempia”

Con un articolo pubblicato questo fine settimana il Blick è tornato sulla vicenda dell'aggressione di tre richiedenti l'asilo ai danni di una 15enne e di suo padre a Kreuzlingen, nel canton Turgovia (ne parlavamo qui), incontrando i due malcapitati per meglio capire cosa è successo quella sera di venerdì 31 gennaio.

Nell'articolo si trova un video in cui i due raccontano gli eventi. Si vede la ragazza sorridere, ma i suoi occhi pieni di lacrime dicono qualcos'altro. Suo padre, accanto a lei, cerca di calmarla. "È terribile quello che abbiamo passato. Tutti dovrebbero sapere cosa è successo", dice la ragazza.

L'aggressione, raccontano i due, è avvenuta venerdì 31 gennaio, poco prima delle 20:00. Sandra M. (nome di fantasia), accompagnata da due amiche di 16 anni, dopo la scuola si reca in un centro commerciale sul versante tedesco del Lago di Costanza.
Di ritorno dalla Germania, le tre ragazze aspettano l'autobus a Kreuzlingen, nei pressi della stazione. Lì, tre uomini si avvicinano alle ragazze adolescenti. Sono atletici, hanno i capelli neri corti, la barba lunga e parlavano un inglese e un italiano stentati.

"All'inizio pensavo che stessero cercando qualcosa e avevano bisogno di aiuto", ha detto la quindicenne. "Ma le cose sono cambiate rapidamente, i tre uomini sono diventati insistenti e non volevano lasciarci andare". Nelle vicinanze non c'è nessuno per aiutare le ragazze.
"Hanno cercato di separarci in modo che non potessimo aiutarci a vicenda", dice la studentessa: "Alla Migros ci hanno messo in un angolo. Uno di loro mi ha afferrato il sedere. Quando una delle mie amiche ha cercato di fuggire, uno degli uomini si è messa a seguirla e io gli gridai: 'Fermati! Stop!' Ma non gli importava."

Quando finalmente arriva l'autobus, a bordo c'è una ragazza che conosce le tre ragazze. Quando vede la scena fuori dal bus, chiede all'autista di farla scendere. "Ho già visto questo ragazzo prima. Ha una pistola. Scappate!" urla alle
tre ragazze, e tutte e quattro si rifugiano in un bar vicino. Aveva riconosciuto il 25enne albanese, che effettivamente, anche quella sera, aveva su di sè una pistola.
Sandra allora chiama suo padre e gli chiede di venire a prenderla. "Sono andato a prendere Sandra e, sulla via del ritorno, siamo passati accanto alla stazione. Mia figlia ha riconosciuto gli uomini e ci siamo fermati", ha detto Peter, il padre 59enne di Sandra. Esce dall'auto e parla con i giovani. "Sono diventati subito aggressivi e mi hanno aggredito."

Uno di loro spinge Peter verso la macchina, l'altro lo colpisce allo stomaco, seguito da un colpo alla testa. "A un certo punto uno di loro mi ha messo una pistola sulla tempia", racconta. La ragazza dice "Avevo paura per mio padre. Ho chiamato la polizia. Poi ho visto la pistola. Ho urlato al telefono: 'Ha una pistola, ha una pistola!' Poi è caduta la linea".

Padre e figlia, a due settimane da quella sera, sono ancora traumatizzati dopo l'aggressione. "Esco di casa solo se necessario", racconta Sandra. Anche il padre ha subito l'assalto. "Non riesco a smettere di pensare all'immagine della pistola puntata addosso."

Ma nemmeno quando arriva la polizia la situazione si calma. All'arrivo degli agenti, uno dei tre aggressori, il 25enne albanese, estrae di nuovo la sua arma e i poliziotti sono costretti a sparare un colpo di avvertimento. Marco Breu, portavoce del ministero pubblico del canton Turgovia racconta quello che è successo all'arrivo delle forze dell'ordine: "Il 25enne albanese ha minacciato il poliziotto con una pistola a salve. In questa situazione di grave minaccia, il poliziotto ha sparato in direzione dell'uomo. L'uomo ora si trova in detenzione preventiva. Per quanto riguarda l'albanese di 29 anni contro di lui è stato emesso un mandato di arresto e anche lui si trova in detenzione. L'algerino di 19 anni è stato accusato di violazione della legge sugli stranieri ed è stato successivamente ritrovato al centro per richiedenti l'asilo".

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