Mondo, 23 dicembre 2019

Grosseto: obbligo di presepe

Dalla Toscana un esempio di difesa della tradizione che faremmo bene a seguire anche noi

Ohibò, questa sì che è un’iniziativa interessante da cui prendere esempio! Ovunque in Europa politicanti e dirigenti scolastici immigrazionisti e multikulti si impegnano per cancellare il Natale, le sue tradizioni ed i suoi simboli dalle scuole. Ovunque in Europa ed anche in Svizzera. Per fortuna per il momento ciò pare accadere soprattutto Oltregottardo, ma in futuro chissà… Invece in quel di Grosseto la maggioranza politica in consiglio comunale, composta da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, ha fatto un gesto forte nella direzione esattamente contraria. Ha infatti stabilito l’obbligo di presepe nelle scuole: all’interno di ogni sede scolastica del Comune, così come del Municipio, dovrà esserci un presepe “ben visibile e di consone dimensioni”. Contrari, naturalmente, i $inistrati di PD e 5 stelle.

Iniziativa coraggiosa

Si tratta senza dubbio di un’iniziativa coraggiosa. Ma anche di un segnale preoccupante. Se quel che dovrebbe essere ovvio e scontato deve venire imposto in forza di decreto, vuol dire che siamo messi male.

Il messaggio è chiaro ed è rivolto a due destinatari.

1) Quei migranti, spesso e volentieri economici, provenienti da “altre culture” che pretendono di arrivare in casa nostra a mettere in discussione le nostre tradizioni. Magari mentre mungono il nostro Stato sociale. Detto altrimenti: se qualche islamista si sente offeso perché in un paese cristiano si fanno i presepi e si intonano canti natalizi, vuol dire che costui non è al suo posto in Svizzera. E quindi, come diceva quel tale: “camel
e barcheta…”.

2) Politicanti e dirigenti gauche-caviar che vogliono demolire la nostra identità, le nostre radici e le nostre tradizioni in nome del multikulti. O anche per semplice calabraghismo di comodo davanti alla categoria precedente.

E’ pure evidente che un obbligo di presepe a scuola costituirebbe un segnale chiaro anche per altre occasioni (Oltregottardo ci sono scuole che hanno bandito i cervelats dalle tradizionali grigliate di fine anno scolastico per “non discriminare” gli allievi musulmani ) e per altri attori (ad esempio, quei grandi magazzini che cancellano il Natale per ragioni commerciali). Si tratterebbe, insomma, di una presa di posizione di tutta la società.

I precedenti

10 anni fa i cittadini svizzeri, contro la volontà della partitocrazia, approvarono il divieto di costruire minareti. Più di sei anni fa, i ticinesi hanno plebiscitato il divieto di burqa. E non ci vuole il Mago Otelma per prevedere che anche a livello svizzero la proibizione del velo integrale verrà approvata in votazione popolare malgrado i politicanti della casta non ne vogliano sapere.
Un obbligo di presepe sarebbe in linea con queste decisioni popolari e servirebbe a chiarire agli islamisti che le nostre radici, le nostre tradizioni, il nostro modello di società non sono negoziabili. Non si tratta di questioni di lana caprina e nemmeno di velleità. Se spianiamo la strada a modi di vita incompatibili con il nostro, non avremo alcun futuro.

Lorenzo Quadri / MDD

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