Svizzera, 06 dicembre 2019

"5G e cattivo giornalismo"

Riportiamo di seguito il comunicato stampa del gruppo "Stop 5G Ticino". L'aspetto interessante di questo testo, a nostro avviso, non attiene tanto alla questione del 5G ma piuttosto allo stato attuale del giornalismo, in particolare in Canton Ticino:


5G E CATTIVO GIORNALISMO

La scorsa settimana alcuni giornali Ticinesi, riguardo al tanto agognato rapporto di lavoro sui rischi della nuova tecnologia 5G, titolavano:

GLI OPERATORI DI TELEFONIA MOBILE BRINDANO, facendoci erroneamente credere che un presunto arbitraggio avrebbe già valutato, deciso e spalancato le porte all’incalzante e prepotente industria di telefonia mobile sempre più frettolosa nello spiegamento dell’impianto 5G.


Cogliamo l’occasione per ribadire che CIO’ È FALSO: leggendo questo rapporto di lavoro sui rischi di 5G, documento tra l’altro disponibile a tutta la popolazione, si evince che la battaglia tra l’industria che difende solo i propri interessi (ASUT, Operatori di telefonia mobile) e il buon senso dei medici svizzeri e altri esperti della salute, è ancora aperta: non sono riusciti a trovare un accordo, il chiaro dissenso della popolazione viene preso in considerazione e i valori limite non vengono assolutamente allentati. Difficile quindi capire quale sia, per Swisscom & co, il motivo di alzare un calice quando in realtà hanno preso una bella scornata.


Alcuni giornali romandi invece, come ad esempio “Le Temps”, hanno riportato la notizia in modo fedele al contenuto del documento ufficiale.

Questa lunga premessa vuole invitare quegli occhi ancora ingenuamente educati a credere a quanto viene scritto dalla stampa, a non farlo più ciecamente e passivamente: il paragone dell’attuale tipo di giornalismo ticinese con quello d’oltralpe sulla questione del 5G ne è l’esempio.

Il 90 % dei lettori sorvola il contenuto di un articolo e ne legge unicamente i titoli: un’abitudine radicata in una popolazione che va sempre più di fretta e che si limita ad una semplice sbirciatina a titoli e sottotitoli. Chi di noi può negarlo?

Chi tiene le fila del giornalismo conosce bene questa tendenza e sa che un titolo vale moltissimo

e ha più impatto del contenuto. 


Così gli esperti di tendenza-guidati dagli Spin Doctors che modellano le credenze popolari a loro piacimento- operano forzati dagli interessi del caso.


Sempre più spesso il significato di un titolo non corrisponde al contenuto e ancor meno alla verità.
Questa è una tattica assunta ad arte dall’ingegneria sociale che adotta un giornalismo sempre più scadente e che sostiene interessi di parte, piuttosto che riportare quella sana realtà che il lettore si aspetta ancora di cogliere.


La manipolazione dell’informazione è diventata ormai cosa abituale, pensiamo alle fake news che passano per informazioni veritiere e viceversa scomode realtà additate come fake news; cosa purtroppo semplice da attuare per chi è del mestiere. 


Le lotte di partito, che sempre più spesso sostituiscono gli interessi popolari con quelli di un ristretto numero di persone dominanti, si basano esclusivamente su tattiche d’informazione e disinformazione. 

E’ purtroppo emerso che nemmeno più il nostro Consiglio Federale, trascinato da chiari interessi ben orchestrati da funzionari che hanno le mani in pasta un po’ ovunque, ne esce illeso da questo modus operandi che sostituisce la verità e il buon senso a favore dell’interesse economico.

Il “potere”, sempre meglio armato di tattiche manipolative, esercita questo tipo di pressione in tutto il mondo, ma le popolazioni si stanno svegliando e stanno rivalutando anche il sistema giornalistico colmandone le lacune di indagine e cercando di ridare a tutti un minimo di informazione pulita.


Concludo con una citazione di un grande giornalista, Horacio Verbitsky :
Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia, il resto è propaganda.”

Bianda Alessandro
Stop5G Ticino

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