BELLINZONA – Ricordate gli ormai famosi servizi di Striscia, in cui si diceva che il Ticino è ormai povero? O quello, in particolare, sull’aeroporto di Agno, dove però non si nascondeva, citandoli pure, che nella vicina Penisola ci sono parecchi casi simili, anche messi peggio? Scatenarono un putiferio.
In un’opinione pubblicata sul Corriere del Ticino, il comunicatore universitario Andrea Costa cerca di spiegarsi come mai quei servizi, che a suo dire difficilmente vinceranno il premio Pulitzer, hanno dato tanto fastidio. “L’indignazione dello spettatore ticinese si è riversata sugli italiani che hanno osato mettere il naso in Ticino, in un caso da manuale di ciò che i francesi chiamano elegantemente “tuer le messager”. (…). Lo stile è quello che è, ma d’altronde i fatti descritti erano inconfutabili. Nonostante ciò, o forse proprio per questo, nel rispondere sui social invece del fioretto qualcuno ha preferito usare l’artiglieria, neanche si trattasse di diffamazione: italiani falliti, occupatevi dei vostri problemi e via discorrendo, con toni talvolta piuttosto aggressivi e intolleranti”,