Ticino, 25 novembre 2019

"Finalmente un sovranista"

*Dal Mattino della Domenica. Di Lorenzo Quadri

Sulla disfatta del cosiddetto “centro” al ballottaggio per il Consiglio degli Stati della scorsa domenica si è detto e scritto di tutto e di più. Da parte nostra alcune brevi considerazioni.

1) Finalmente la maggioranza dei ticinesi, che sui temi vota “sovranista”, ha un rappresentante alla Camera dei Cantoni, nella persona di Marco Chiesa. Il primo (ed anche ultimo) senatore della nostra area fu infatti il leghista Giorgio Morniroli, nel quadriennio 1991-1995.

2) L’alleanza Lega-Udc, costruita sulla comunanza dei temi e consolidata nel tempo (sia a livello comunale che cantonale che federale) funziona ed ha convinto.

E’ infatti evidente che l’elettorato leghista ha sostenuto massicciamente Marco Chiesa, proprio per un discorso di area. Per contro, l’inciucio cadregaro contro natura tra PLR e PPD si è risolto, per i diretti interessati, in una catastrofe andata oltre ogni previsione.

3) Che in politica uno più uno non faccia due, è la regola. Ma i casi in cui uno più uno fa addirittura zero sono assai rari. Caprara e Dadò hanno fatto un exploit!

4) Il “tradimento” uregiatto del 20 ottobre (il PPD ha approfittato della congiunzione contro natura salvando la seconda cadrega al nazionale per il rotto della cuffia, senza però dare niente in cambio all’ex partitone) ha avuto conseguenze sul ballottaggio. Il ticket centrista è morto quella domenica sera. Vani i tentativi di rianimazione.

5) Il PPD tramite l’inciucio ha salvato per il rotto della cuffia Marco Romano, ma ha sacrificato Pippo Lombardi. Valuti il partito se lo scambio sia vantaggioso.

6) Il profluvio di appelli a votare il ticket della casta “Merlinardi” o “Lombardini” che dir si voglia, firmati da politicanti, ex politicanti e cariatidi varie del PPD, ma soprattutto del PLR, non ha convinto nessuno. Evidentemente in questo ridente Cantone sono in parecchi a sopravvalutare la propria credibilità.

7) Il cosiddetto “centro” euroturbo ha pagato la lontananza dai problemi dei cittadini. In particolare sui temi fondamentali, ovvero i rapporti con l’UE, l’ invasione di frontalieri e lo sconcio accordo quadro istituzionale. Su questi scottanti argomenti “Merlinardi” e “Lombardini” hanno fatto di tutto e di più per schivare l’oliva. La stampa al servizio della casta ha denigrato e sfottuto il Mattino, reo di martellare sulla questione UE, la quale costituisce il piatto forte della politica federale del prossimo quadriennio. Chi aveva ragione?

8) La differenza di voti esigua tra la kompagna Marina Carobbio e l’ormai ex eurosenatore Pippo Lombardi dimostra, ancora una volta, che “ogni voto conta”.

9) In aprile i radikali sono corsi a puntellare il seggio P$ nel governicchio cantonale. Per tutto ringraziamento, i $ocialisti hanno lasciato a casa il radikale Merlini. La risposta al suo accorato appello al “soccorso ro$$o” è stata una sonora pernacchia.

10) Il giorno stesso della disfatta PLR,

i radikali sono corsi a chiedere le immediate dimissioni del presidente radikale Caprara, reo di non aver fatto eleggere il candidato radikale Merlini. Quando si dice: fare tutto in famiglia… Poiché il primo firmatario della missiva è Matteo Quadranti,

speriamo che il nuovo presidente liblab sarà proprio lui, così il partito nel giro di un anno scende sotto il 10%. Quadranti forever!

11) I radikali adesso sparano contro l’inciucio con il PPD e ne santificano la vittima, Giovanni Merlini. Dimenticandosi però che tra i principali fautori dell’inciucio c’era proprio Merlini, il quale ovviamente sperava di trarne vantaggio.

12) Considerando che le elezioni si vincono o si perdono a Lugano, la scelta del PLR di puntare su un aspirante senatore manifestamente inviso ai liberali luganesi a seguito della rottamazione di Marina Masoni è stata al limite del suicidale. Anche in prospettiva delle prossime elezioni comunali.

13) La difesa ad oltranza, contro ogni evidenza e buonsenso della devastante libera circolazione delle persone da parte dei novelli sposi (già in fase di divorzio) PLR e PPD è finalmente stata recepita per quello che è: un arrogante schiaffo a tutti i ticinesi che non hanno lavoro perché soppiantati da frontalieri. Se l’elettorato P$ è composto da spalancatori di frontiere, quello di PLR e PPD no, o comunque non integralmente. Altrimenti non si spiegherebbe l’esito in Ticino delle votazioni a tema UE. Gli elettori euroscettici di PLR e PPD sono sempre stati presi a pesci in faccia dagli alti papaveri dei rispettivi partiti. Domenica scorsa è arrivata la resa dei conti.

14) La pretesa che i cittadini spegnessero il cervello e votassero il ticket della casta Lombardi-Merlini per un semplice atto di ubbidienza al partito(vedi gli sproloqui di Caprara sull’ “orgoglio liberale”) si è rivelata fuori dal mondo.

15) Ancora più grottesco il tentativo di promuovere i due “Cip e Ciop” dicendo che “vanno d’accordo”, quando nessuno dei due rappresenta la volontà della maggioranza dei ticinesi sui temi fondamentali. Assurdo sarebbe semmai stato che due partiti, PLR e PPD, che assieme detengono il 37% dei voti, occupassero il 100% dei seggi ticinesi alla Camera dei Cantoni.

16) Il catastrofismo sui presunti “estremi che si annullano” (Chiesa e Carobbio) è l’ennesima fake news. Punto primo, vari Cantoni vivono realtà simili al Consiglio degli Stati, e da parecchi anni. Ma soprattutto: il P$$ non è un “corpo estraneo” bensì una ruota del triciclo PLR-PPD-P$$. Come scritto a più riprese prima del 20 ottobre, sul tema fondamentale per il futuro della Svizzera e del Ticino la contrapposizione non è tra tre blocchi bensì tra due: quello “sovranista” di Lega/Udc e quello eurolecchino del Triciclo PLR-PPD-P$$. Dunque, entrambi i blocchi hanno un rappresentante agli Stati: Chiesa per Lega/Udc, Carobbio per il Triciclo.

*Edizione del 24 novembre 2019

 

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