L’artista Sferico, che ha uno studio a Venezia, ci racconta come l’alta marea della scorsa settimana ha messo in ginocchio la Serenissima.“Dai racconti dei vicini di casa nel 1966 la marea di 194cm era stata meno burrascosa e violenta anche se di 7cm superiori, questa volta abbiamo avuto danni di ogni genere per la violenza, tre vaporetti affondati, motoscafi e gondole scaraventate sulle rive, vedi foto di una barca in una calle. Alla Riva degli Schiavoni, le balaustre in pietra d'Ischia rotte e anche il monumento ai partigiani portato via dalla furia del mare”.
Da quanto tempo hai casa a Venezia, Che danni hai subito?
Ho perso tutto, restano i muri e i mosaici vetrosi che rivestono le forme organiche della zona acqua e pavimenti. Quando l’avevo acquisito, cinque anni fa, era un magazzino abbandonato, ma con potenziale. Come architetto ho praticato un restauro conservativo, concepito come una piscina all'inverso, impiegando nuovi materiali di consolidamento parietale e idrorepellenti, usati anche nelle gallerie. Avevamo installato paratie sulla calle e sulla corte interna calcolate per un livello di 168cm. Il blackout elettrico ha messo fuori uso le pompe di evacuazione, quindi i livelli dell'acqua degli interni al piano terra, anche se rialzati, si sono livellati a una marea fuori controllo di 187cm.
Una vicina di casa veneziana mi ha telefonato verso mezzanotte e sono partito all’istante, lasciando i preparativi dell'esposizione in Cina, per far fronte all'emergenza. I restauri erano ultimati da poco e avevo cominciato a scolpire un bozzetto in argilla che si è parzialmente disciolto nella corrente dell’aqua salina, le 3 grandi sculture leggere, posate a terra, si sono rovinate per la furia delle folate di vento, ritrovandosi anche nella corte. Il dipinto in esecuzione scansato per poco e le tele appese nelle pareti, salvate.
A sera inoltrata del primo giorno sono uscito, dove di solito incontravo fiumi di turisti, la città era un cimitero, regnava buio e silenzio assoluto, in un presagio sinistro, la marea aveva battuto la ritirata, ma restava l’ agonia di arredi ed elettrodomestici che avevano bevuto l'amara bevanda. Preziosi velluti, broccati e strutture lignee appesantite, buttate nei campi in attesa degli ingombranti. Le vetrine restavano sgombere e spente.
La situazione è così grave come risulta dalle immagini? Sul posto si avverte davvero molta solidarietà?
La situazione è grave e capillare, pensiamo alla cripta dove anticamente erano conservate le spoglie di san Marco evangelista,